Sono stati identificati i tre carabinieri morti nella tragica esplosione di Castel d’Azzano, in provincia di Verona. Si tratta del Luogotenente Carica Speciale Marco Piffari, 56 anni, comandante della Squadra Operativa di Supporto del 4° Battaglione Veneto, del Brigadiere Capo Qualifica Speciale Valerio Daprà, 56 anni, e del Carabiniere Scelto Davide Bernardello, 36 anni. Piffari, residente in provincia di Padova, era entrato nell’Arma nel 1987. Comandava la SOS, un reparto d’intervento operativo, ed era considerato un militare esperto e stimato. Era separato e non aveva figli.
Il Brigadiere Capo Valerio Daprà, nato a Brescia, prestava servizio presso il Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Padova. Era padre di due figli adulti, di 27 e 26 anni. Il più giovane dei tre, Davide Bernardello, 36 anni, era originario di Camposampiero (Padova) e faceva parte dell’Aliquota di Pronto Intervento (API) del Nucleo Operativo Radiomobile della stessa Compagnia. Si era arruolato nel 2014 e in poco tempo si era distinto per professionalità e dedizione.
Due dei militari prestavano servizio a Padova, mentre il terzo era in forza a Mestre. In una nota, il Sindacato Italiano Militari (SIM) Carabinieri ha espresso il proprio cordoglio e vicinanza alle famiglie delle vittime e ai colleghi feriti, “stringendosi con commozione e rispetto a tutta la famiglia dell’Arma”. “Colleghi stimati e amati — ha dichiarato il segretario Antonio Serpi — hanno onorato l’uniforme con umiltà, dedizione e altruismo, fino all’estremo sacrificio. Il dolore per la perdita dei nostri tre colleghi è profondo e colpisce tutta la famiglia dell’Arma”.
Anche il ministro della Difesa Guido Crosetto ha voluto rendere omaggio ai militari caduti, affermando di aver appreso “con immenso dolore la notizia della tragica scomparsa”. “Desidero rendere onore alla memoria del Luogotenente Carica Speciale Marco Piffari, del Carabiniere Scelto Davide Bernardello e del Brigadiere Capo Qualifica Speciale Valerio Daprà, che hanno sacrificato la propria vita compiendo fino all’ultimo il loro dovere al servizio del Paese”, ha dichiarato il ministro.
Per l’esplosione, che ha distrutto un casolare durante un’operazione di sgombero, sono stati fermati tre fratelli — Dino, Maria Luisa e Franco Ramponi — accusati di aver causato il disastro. Franco Ramponi avrebbe tentato inizialmente la fuga, ma è stato poi bloccato dalle forze dell’ordine.

