Tre medici, due in servizio nel carcere di Santa Maria Capua Vetere e uno al 118, sono indagati per omicidio colposo in relazione alla morte di Sylla Mamodou Khadialy. Il 35enne senegalese è deceduto in cella dove era finito dopo l’arresto. Sulla vicenda indaga la pm di Santa Maria Capua Vetere Alessandra Pinto, che ha disposto l’autopsia: l’esame si svolgerà all’istituto di medicina legale.
Sylla era in stato di agitazione e avrebbe aggredito prima un italiano, colpendolo con un pugno e sottraendogli il cellulare, quindi un’anziana. A quel punto sono intervenuti tre agenti della polizia ferroviaria che lo hanno bloccato subendo delle lesioni.
Il detenuto è stato quindi portato all’ospedale di Caserta per essere curato, quindi alla Polfer dove è stato arrestato e poi al carcere di Santa Maria Capua Vetere, dove è deceduto in cella. Del caso si occupa ora l’avvocato Clara Niola, del foro di Napoli Nord.
“Sylla era uno di noi”, “Vogliamo verità e giustizia”. E ancora: “Non si può morire così”. Oltre cento immigrati si sono radunati in piazza Dante ieri pomeriggio per manifestare il loro sgomento per la morte di Sylla Mamadou Khadialy.