Non è stata ‘La Grande Bellezza’ del terzo Scudetto, ma un Napoli concreto, con una grande vocazione al sacrificio. Al triplice fischio di Napoli-Cagliari, col match che si conclude 2-0, la città partenopea ha esultato a fronte di un obiettivo insperato raggiunto all’ultima giornata del campionato. Una vittoria arrivata nonostante la stanchezza fisica della compagine azzurra e degli infortuni gravi di Alessandro Buongiorno e Stanislav Lobotka, entrambi assenti nelle ultime partite decisive. C’è stata inoltre la disponibilità a singhiozzo di David Neres, acquistato a giugno per sostituire il già dato per partente Khvicha Kvaratskhelia.
Antonio Conte è stato il condottiero che ha portato gli azzurri a conquistare il quarto titolo della sua storia. Una stagione nata dalle macerie del fallimento della precedente, segnato da un deludente decimo posto e dalla girandola di allenatori. A giugno Aurelio De Laurentiis ha scelto un uomo capace di ricostruire la squadra dalle fondamenta, curandone l’aspetto psicologico, tecnico e tattico. Senza sottovalutare l’impatto del tecnico nella campagna acquisti estiva.
Una squadra arcigna e combattiva proprio come l’allenatore leccese, due corpi in simbiosi verso il traguardo tricolore. Il Napoli ha alternato vittorie esaltanti come contro la Juventus e l’Atalanta, ottenute a gennaio, e prestazioni deludenti come Empoli e Monza.
Questo andamento ha segnato un’alternanza nelle performance ma non nei risultati, complice anche il finale di stagione disastroso dell’Inter guidata da Simone Inzaghi che è evaporata in primavera. Conte ha iniziato seriamente a crederci dopo il 2-0 contro il Torino, partita che ha segnato il sorpasso della sua squadra ai danni dei nerazzurri: “Lo scudetto del Napoli sarebbe un prodigio”.
Dalla delusione post-Scudetto alla campagna acquisti milionaria del Napoli
Del precedente trionfo restano Alex Meret, Giovanni Di Lorenzo, Amir Rrahmani, Frank Zambo Anguissa, Matias Olivera, Lobotka, Matteo Politano, Giovanni Simeone e Giacomo Raspadori. Alla spina dorsale di Spalletti si sono aggiunti Romelu Lukaku, Scott McTominay, Buongiorno in seguito ad una campagna acquisti da oltre 100 milioni di euro orchestrata dal giovane direttore sportivo Giovanni Manna.
I protagonisti dello Scudetto
Quest’anno non hanno deluso i neo acquisti come McTominay, Buongiorno e Lukaku: tutti fortemente voluti da Conte. Il centrocampista scozzese è stata la vera sorpresa del campionato con i suoi gol, i suoi assist e, senza dimenticarlo, per il suo supporto difensivo. Un notevole contributo alla corsa scudetto è stato dato da Anguissa, anche lui ha fatto gol pesanti nell’arco della stagione.
Buongiorno ha formato una granitica coppia difensiva insieme a Rrahmani contribuendo alla migliore difesa del campionato. Una stagione di sacrificio è stata portata avanti da Politano, Di Lorenzo, Olivera e Spinazzola, infatti, fondamentali sono stati i loro ripiegamenti difensivi. Anche Meret ha contribuito a dare sicurezza a tutto il reparto dimostrandosi un portiere affidabile.
Non ha raggiunto il livello di qualità del precedente titolo di Campioni d’Italia, ma Lobotka è stato comunque il metronomo della squadra. Una menzione particolare deve andare a Lukaku. Non è stato il bomber decisivo della vittoria dello Scudetto, come è accaduto per Victor Osihmen, bensì il perno del gioco di Conte. Al belga è stato affidata la guida dell’attacco condotto a colpi di gol, assist e tante spallate ai difensori avversari. Questo sembra essere stato l’anno della consacrazione di Raspadori, soprattutto, per i suoi importanti gol e gli assist forniti ai compagni di squadra.
Conte si è presentato a Castel Volturno con una nutrita schiera di collaboratori a partire dal suo secondo Cristian Stellini. Un ruolo fondamentale è stato svolto anche da Gabriele Oriali. L’ex stella dell’Inter è stato il coordinatore dello staff tecnico vero e proprio cuscinetto di ammortizzamento tra i giocatori, allenatori, preparatori e dirigenti.
Il caso Kvaratskhelia
Aurelio De Laurentiis ha cambiato profondamente atteggiamento: il patron azzurro ha scelto un profilo basso nella comunicazione lasciando al tecnico salentino la battaglia con i giornalisti. Il presidente è stato al centro delle polemiche dopo la cessione di Kvaratskhelia e la sua sostituzione con Noah Okafor che ha trovato pochissimo spazio all‘ombra del Vesuvio. Per molti napoletani quella cessione ha rappresentato l’addio ai sogni di gloria, invece l’epilogo è stato insperato per i tanti critici e per gli addetti ai lavori.
“Kvaratskhelia ha chiesto di essere ceduto, il giocatore mi ha confermato questa situazione. Provo una grande delusione dopo avere speso sei mesi a cercare di farlo sentire al centro del progetto, invece siamo al punto di partenza“. Così ha dichiarato Conte durante la conferenza stampa di Napoli-Verona, match valido per la 20esima giornata di Serie A allo stadio Maradona. “Sono deluso perché non sono stato così incisivo nel convincere le parti ad andare avanti insieme e ora devo fare un passo indietro, non posso tenere con le catene chi non vuole rimanere. La situazione la risolvano il club, il giocatore e il suo entourage. Io non pongo alcun veto alla sua cessione ora, l’ho già fatto quest’estate“.