Questa mattina, presso la sede dell’Ordine dei Giornalisti della Campania, Giancarlo Siani è tornato a casa. Attraverso l’opera permanente di Nicholas Tolosa si rende merito ad un ragazzo e ad un giornalista scomparso da 40 anni per mano della mafia. Sono intervenuti per presentare l’iniziativa Ottavio Lucarelli, Paolo e Gianmario Siani, Carlo Verna, Mimmo Falco, Geppino Fiorenza.
Giancarlo Siani: il suo essere mite, la sua forza
Giancarlo Siani è uno dei simboli della legalità più importanti per la Campania e per l’Italia intera. I giovani che conoscono la sua storia lo ritengono un modello da seguire mentre ai giovanissimi, ancora lontani da quella storia, è dedicato il lavoro della Fondazione Giancarlo Siani.
“Giancarlo aveva una dote che lo rendeva differente, ovvero la pacatezza. Il suo essere mite gli ha permesso di entrare nelle storie descritte nei suoi articoli, in maniera ineccepibile. I miti sono più forti di chi agisce con violenza. Giancarlo era un mite, non un arrabbiato. Se attraverso quest’opera avremo spiegato ai giovani ragazzi e giornalisti che la mitezza serve per trovare soluzioni, senz’altro staremo costruendo una società migliore”.
Con queste parole, il fratello Paolo Siani, ricorda e racconta un aneddoto riguardante la morte dell’avvocato De Marsico. La famiglia del deceduto inviò un telegramma in cui si sottolineava il garbo avuto da Siani nel trattare la loro storia. Inoltre, mostra anche uno dei tanti disegni che Giancarlo Siani faceva per la sua fidanzata Chiara: uno zainetto. Giancarlo Siani era un ragazzo come tanti, con la passione per la verità. Ascoltava musica, non aveva la fissa per la camorra. Semmai era appassionato del suo lavoro che lo portava ad occuparsi della cruda realtà.
Giancarlo Siani, 40 anni dalla scomparsa del giornalista – giornalista
Dopo la morte di Giancarlo Siani, raccontare nelle scuole ciò che era accaduto non era semplice. Da allora tanto è stato fatto ma il viaggio continua affinché i tempi in cui viviamo possano mostrare il meglio della gioventù e non, purtroppo, il lato peggiore come gli ultimi fatti di cronaca dimostrano.
Carlo Verna, ha raccontato di quando lavorava insieme a Siani per il mensile del Sud e quanto l’amore per la scrittura e per il suo mestiere non lo fermassero da scrivere tanti pezzi nonostante non venissero pubblicati: “Era un pubblicista ma sapevo che il suo percorso sarebbe passato per la tappa dell’esame da professionista. Abbiamo deciso di conferirgli il tesserino da professionista anche se il suo essere giornalista giornalista era stato ampiamente dimostrato”.
Mimmo De Falco, poi, ha aggiunto: “Giancarlo Siani ha incarnato la verità e la libertà di questa professione. Per chi si avvicina a questo mestiere è fondamentale conoscere la sua figura” mentre Ottavio Lucarelli è intervenuto spiegando che tutto il Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Campania ha aderito con grande entusiasmo all’iniziativa che non sarà l’unica.
Per l’artista, Nicholas Tolosa l’opera con i contrasti della tecnica del chiaro scuro mette in evidenza Giancarlo Siani come professionista e come ragazzo: “E’ un onore essere qui e aver fatto tornare Giancarlo Siani a casa. I colori bianco e nero rappresentano questo perenne dualismo che noi viviamo quotidianamente: il bene e il male. In questo caso, rappresentano la chiarezza di Giancarlo e le luci e le ombre che convivono nella realtà che raccontava. Importante è portare il suo nome alle nuove generazioni che si affacciano al mondo”. L’opera è un monito per chi varca la soglia della sede e per chi vorrà onorare il giornalismo.