“Una ragazza di 22 anni era indubbiamente fatta di cocaina prima di essere fatta anche da Leonardo Apache La Russa“. Sono queste le parole al centro della bufera mediatica che vede coinvolti in primis Leonardo La Russa, poi Filippo Facci autore dell’articolo da cui sono tratte.
In un editoriale pubblicato sabato, il giornalista di Libero ha commentato con quella frase la vicenda riguardante la presunta violenza sessuale del figlio del Presidente La Russa nei confronti di una 22enne. Tali parole hanno immediatamente scatenato le reazioni di una grande fetta del mondo politico e non solo. La comprensibile indignazione non deriva soltanto dallo squallore della terminologia utilizzata, ma anche da un annuncio Rai, fatto lo scorso venerdì durante i palinsesti. È stata infatti annunciata l’assegnazione proprio a Filippo Facci di una nuova trasmissione su Rai 2. La messa in onda del programma d’approfondimento, dal titolo “I facci del giorno“, sarebbe prevista per settembre.
L’indignazione di politica e Ordine dei Giornalisti
Dinanzi a tale articolo, tutte le opposizioni – dal Pd al M5S, passando per Azione e Più Europa – hanno chiesto alla Rai di rivedere la decisione su Facci. Forti, anche e soprattutto, del fatto che il contratto attualmente non è stato firmato. In risposta, secondo diverse fonti, la Rai ha attuato una ‘riflessione’ sulla possibilità di mandare in onda la trasmissione.
Non solo il mondo della politica, lo stesso Ordine dei Giornalisti, insieme al sindacato Usigrai, alla Fnsi e l’associazione GiUliA Giornalista, ha dichiarato “intollerabile” quella frase. Si è, infatti, riservato di esporre denuncia al consiglio di disciplina.
La risposta di Filippo Facci
In seguito alle polemiche, lo stesso Facci è intervenuto in risposta. Ha dichiarato all’Ansa che non riscriverebbe quella frase solo perché “non ha portato niente di buono e ha fatto male intendere un intero articolo“. Aggiungendo, poi, che si sia trattata di una polemica “costruita sul nulla”. Sostenendo che “chiunque abbia letto l’articolo interamente, e sottolineo chiunque, ha convenuto che il mio articolo fosse equilibrato ed equanime“. Dalla sua Facci ha un passato di ‘gaffe’ e ‘scivoloni’ che a più riprese gli sono costati, tra le altre, 5 mesi di carcere per diffamazione con l’aggravante dell’odio razziale.
Il problema nelle parole di Facci è che, in maniera più o meno volontaria, legittima la violenza nei confronti di una ragazza che abbia assunto stupefacenti. Secondo un meccanismo, ormai fin troppo noto, che prende il nome di ‘vittimizzazione secondaria’. Fenomeno che consiste, sostanzialmente, nel colpevolizzare la vittima di un reato – in particolare violenze sessuali -, sottoponendola in tal modo ad una seconda aggressione.
La denuncia a Leonardo La Russa
La vicenda alla base della polemica vede protagonista Leonardo La Russa, figlio del Presidente del Senato, accusato di violenza sessuale da una 22enne. La denuncia risale a circa due mesi fa, quando la giovane si svegliò a casa di La Russa figlio priva di qualunque ricordo della serata precedente. Da qui l’ipotesi di essere stata drogata dal ragazzo e di aver subito violenza. A supportare tale ricostruzione ci sarebbero non solo le chat tra la 22enne e una sua amica, ma anche un esame medico effettuato la mattina stessa della presunta violenza. Grazie a tali esami i medici hanno potuto accertare la presenza di lesioni riconducibili ad una violenza sessuale.