Pizzini, cellulari usa e getta e discorsi a voce bassa o bisbigli nell’orecchio: questi gli stratagemmi utilizzati dagli affiliati dal clan Mallardo per evitare di essere intercettati. Ne è un esempio il rapporto tra Russo e Moraca. Emmanuele Russo viene definito dagli inquirenti il ruolo di vero e proprio “alter ego” di Mauro Moraca, per il quale svolgeva la mansione di autista, di messaggero, nonché di fiduciario per la raccolta del denaro e per la distribuzione dello stesso alle famiglie degli affiliati al clan.
Il Pm della DDA sottolinea come “entrambi erano soliti adottare modalità comunicative tra loro volte a sottrarsi ad eventuali investigazioni”. Nel corso di un’intercettazione del 2020 è evidente come i due siano timorosi di essere intercettati. «Va bene, ma quello adesso per questo fatto… sotto controllo… In testa a lui noi siamo controllati hai capito? Quello tutto quello che ..ine.. Quello era convinto che io e te… proprio straconvintissimo che ..ine., siamo sotto intercettazione!».
Al tentativo di Moraca di minimizzare il comportamento del soggetto che, evidentemente, era molto preoccupato per le conseguenze che potevano derivare dalle intercettazioni a loro carico, Russo esternava nuovamente il suo disappunto, considerando la possibilità di essere sottoposti ad intercettazione come un “rischio del mestiere”: «Eh! Sempre ci dobbiamo
andare per sotto! Che siamo fatti i bambini nella culla fratello!? Ma tu non stai parlando con i ragazzini, che tu dici parlano, ma quello… Mauro, adesso stai uscendo da dentro!»
Da qui, la “pratica” dei pizzini, largamente utilizzata e le estreme cautele nelle intercomunicazioni. I foglietti di carta su cui venivano appuntate le informazioni, dopo essere stati mostrati all’interlocutore, venivano strappati.
Tra le accortenze utilizzate da Moraca e Russo per sottrarsi ad eventuali intercettazioni, altro espediente era quello di bisbigliare e parlare all’orecchio quando si affrontavano argomenti sensibili oppure lasciavano i loro telefoni cellulari lontani dalle loro persone quando partecipavano ad alcuni incontri programmati.
Altro metodo utilizzato è l’utilizzo dei telefoni ‘usa e getta’. Questi tipi di telefoni costano cirva 25 euro. La persona che glielo consegnava, nel tentativo di farsi pagare in assenza
di scontrino, esaltava le qualità del telefono: “25 il telefono e 15…20 la scheda., lo sai quanto sta? ..il telefono della Nokia voleva 30 euro! Mettici la scheda dentro e vai! il RUSSO replicava dicendo che il telefono gli sarebbe servito solo per effettuare una/poche telefonate, dopodiché se ne sarebbe disfatto: “CHE MEN E FOTTE! IO LO DEVO BUTTARE DOPO!”. Russo, dopo avere preso in consegna il telefono e lasciato l’amico, incontrò Moraca
a cui mostrò il telefono appena acquistato.