Figura anche Ernesto Colella, un influencer da 260mila follower su TikTok, tra i venditori ambulanti di fuochi di artificio vittime delle estorsioni e delle tentate estorsioni dello scorso Capodanno in via Leopardi, nel quartiere Fuorigrotta di Napoli, dove tra l’altro Colella ha un negozio.
L’influencer, secondo quanto emerso dalle indagini dei carabinieri della compagnia di Bagnoli coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli, stava facendo un diretta social quando gli estorsori si sono presentati in sella a uno scooter per incassare e lui, per versare il denaro, 150 euro, ha incaricato un collaboratore.
Le richieste della camorra si aggiravano tra i 100 e i 150 euro ma a qualcuno è stato chiesto anche qualche decina di euro in più: una delle vittime ha consegnato agli estorsori anche due buste di fuochi d’artificio gratis.
Le dichiarazioni di Ernesto Colella ai carabinieri
Ascoltato dai militari dell’Arma, il commerciante-influencer, non senza una certa ritrosia nel riconoscere i responsabili, ha spiegato: «Si vociferava che bisognava fare un “regalo” a persone che sarebbero successivamente venute a ritirarlo. Una piccola somma di denaro, pari a circa 150 o 200 euro. Se ne parlava tra di noi che avevamo le bancarelle». Colella ha quindi spiegato il momento esatto in cui è avvenuto il misfatto: «Non ricordo bene, perché ero impegnato a fare una live su TikTok. Non ricordo il giorno preciso, ma pochi giorno dopo, un mio collaboratore mi faceva segno a gesti, mentre io ero impegnato col cellulare, che aveva bisogno di 150 euro per darli a quelli là, senza dirmi a chi. Quando queste persone sono venute a ritirare i soldi ero all’interno del negozio, ero impegnato in una live, quindi non ho prestato attenzione e non ho visto chi fossero».
Chi sono gli arrestati nel blitz: colpo al clan Troncone
Nel corso del blitz all’alba sono stati arrestati: Alfredo Graziano, Valerio Andrea Guerra, Giuseppe Marco Scala, Antonio De Monte, Antonio Trito e Mattia Maiorino.
I sei destinatari delle misure cautelari sono tutti appartenenti al quel che resta del clan Troncone, falcidiato dagli arresti e dalle inchieste: i vertici dell’organizzazione Vitale Troncone e suo figlio Giuseppe sono entrambi in carcere proprio nell’ambito dell’indagine sulle estorsioni ai danni degli ambulanti che vendono sigarette di contrabbando e gadget in occasione delle partite del Napoli allo stadio Maradona.
Il “dazio” imposto ai venditori ambulanti di “botti” per il Capodanno 2025 fa anche registrare lo scontro tra quel che resta dei Troncone e un gruppo camorristico ribelle formato da giovanissimi, quello degli “Scodellaro”.
La vigilia di Capodanno uno dei ragazzi appartenenti agli Scodellaro, infatti, viene pestato dai Troncone proprio per ragioni legate al controllo delle cosiddette “bancarelle” (ambulanti) a Fuorigrotta, nel quale i baby camorristi intendevano inserirsi a discapito dei Troncone.
Dopo l’aggressione uno degli esponenti dei gruppo Scodellaro, quello picchiato, dopo avere imposto ai venditori di fuochi di artificio di non pagare le tangenti imposte dai Troncone si è vendicato picchiando colui che stava riscuotendo il pizzo per i suoi rivali.
La camorra di Fuorigrotta, emerge dall’indagine dei carabinieri, ha chiesto soldi a tutti gli ambulanti: alcuni hanno aderito e altri invece no: ma non l’ha chiesto, riferisce una delle vittime ascoltate dai militari, a colui che aveva denunciato e fatto arrestate i Troncone.