Non si è presentato al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere Angelo Spinillo. Ieri mattina, il Vescovo di Aversa avrebbe dovuto testimoniare al processo a don Michele Barone, ma è risultato assente dopo aver inviato una giustifica.
Assenti al processo
Spinillo, come riportato dal Mattino, non ha presenziato all’udienza perchè si trova in pellegrinaggio all’estero. Avrebbe dovuto raccontare la sua versione della storia di abusi e violenze che ha incriminato don Michele Barone, colpevole di aver praticato esorcismi senza autorizzazione.
La testimonianza di Aversano
Sul banco dei testimoni, ieri, l’esorcista ufficiale della Diocesi di Aversa, Carlo Aversano. Aversano ha spiegato ai pm Alessandro Di Vico e Daniela Pannone e agli avvocati quali sono le pratiche autorizzate nei riti di esorcismo e quali quelle proibite. Tra i legali difensori i penalisti Carlo De Stavola, Maurizio Zuccaro, Camillo Irace e Giuseppe Stellato. Per le parti civili, l’avvocato Rossella Calabritto. Certe pratiche violente non farebbero affatto parte del manuale dell’esorcista: “Schiaffi, sputi, spintoni, immersioni in vasche piene d’acqua? Pestoni sulla testa? Carezze in parti intime? Utilizzo di collari e diete specifiche?” – ha chiesto il giudice Alessandro Di Vico al rappresentante della Diocesi interrogato ieri al processo. “No, assolutamente no, nulla di tutto questo” – ha risposto Aversano. In quanto ad informazioni specifiche in merito alla specifica condotta di don Barone, l’esorcista della provincia di Caserta è stato poco chiaro.
“Tutti sapevano…”
Proprio tutti erano a conoscenza dei trattamenti riservati da don Michele alla vittima 13enne. Il Vescovo Spinillo e il poliziotto Luigi Schettino furono infatti informati dei fatti dalla sorella della giovane. Anche ad Aversano la sorella della bambina espresse la sua preoccupazione in quanto il sacerdote sotto processo impediva alla piccola di prendere i medicinali.
Si tornerà in aula a fine mese.