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lunedì, Giugno 17, 2024
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Processo Last Banner, sei ultrà della Juve condannati per associazione a delinquere

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Sei condanne e sei assoluzioni hanno chiuso ieri in tribunale a Torino il processo Last Banner sulle pressioni esercitate dagli ultrà sulla Juventus. La più alta, 4 anni e 10 mesi, è stata inflitta a Dino Mocciola, indicato come il leader dei Drughi, per il quale la procura aveva chiesto oltre 13 anni di reclusione.

Da una prima lettura del dispositivo si ricava che i giudici hanno in parte ridimensionato le tesi della pubblica accusa.

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Secondo la procura, nella stagione 2018-2019 la tifoseria organizzata bianconera esercitò pressioni illecite sulla Juventus per non perdere una serie di benefici e agevolazioni.

I giudici hanno riqualificato molti dei capi d’accusa da estorsione a tentativo di estorsione.

Per Domenico Scarano la condanna è a 3 anni e 3 mesi di reclusione; per Salvatore Cava 2 anni e 4 mesi; per Sergio Genre 2 anni e 6 mesi; per Umberto Toia un anno e sei mesi; per Giuseppe Franzo un anno e due mesi.

La Juventus e alcuni dirigenti bianconeri che si sono costituiti parte civile hanno ottenuto il diritto a un risarcimento e a provvisionali che in totale ammontano a 53 mila euro.

“Per la prima volta in Italia è stato riconosciuto il reato di associazione a delinquere ad un gruppo ultras, i Drughi Juve”. Lo ha dichiarato Il pubblico ministero Chiara Maina dopo la lettura della sentenza al processo ‘Last Banner’. “Siamo soddisfatti ha aggiuntoperché ha retto l’impianto accusatorio”. (ANSA)

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