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venerdì, Marzo 29, 2024
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Quando la realtà supera Gomorra, il clan tentò di bruciare veramente la casa del boss pentito

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Esiste un rapporto bidirezionale tra la realtà e la finzione. Spesso i due piani si intersecano influenzandosi l’uno con l’altro. Gomorra è un caso emblematico di questa tipologia di narrazione. Infatti sia il libro scritto da Roberto Saviano che la sceneggiatura della famosa serie tv hanno preso spunto dalle guerre combattute dai clan di camorra per rendere verosimili le vicende dei loro protagonisti.

LA REALTA’ CHE SUPERA LA FINZIONE

Invece le intimidazioni condotte contro i familiari di Raffaele Notturno, detto Mimì, sembrano tratte da un episodio dalla prima stagione del prodotto televisivo di Sky.  La vicenda camorristica sarebbe avvenuta lo scorso 17 ottobre quando gli affiliati dei Raia avrebbe tentato di bruciare la porta di ingresso dell’abitazione dei parenti dell’ex boss dello Chalet Baku, probabilmente gli uomini del clan avrebbero intimidito l’ex moglie e la figlia di Notturno dopo aver appreso la notizia dell’inizio della sua collaborazione con la giustizia.

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Secondo la denuncia dell’ex consorte di Mimì un gruppo di uomini l’avrebbe minacciata: “Ti do due ore di tempo, se tra due ore non te ne vai ti buttiamo la benzina sotto la porta, ti facciamo prendere fuoco a te, a tua figlia e a tuo marito dentro casa …se non viene tuo marito ti facciamo saltare in aria con tutta la casa… se non viene prendo i tuoi suoceri e gli spariamo in testa, hai capito? Ti do due ore di tempo“. Giunti sul posto i carabinieri constatavano che, effettivamente, fuori l’abitazione della donna c’era del liquido infiammabile, resti di una carta appena bruciata e alcuni frammenti di un’ogiva.

LA SCENA DI GOMORRA

Nella prima stagione di Gomorra viene mostrata la faida tra il clan Savastano e gli uomini di Salvatore Conte. Proprio nella prima puntata assistiamo all’attentato incendiario di Attilio ‘o trovatello e Ciro di Marzio contro la casa della madre del boss-asceta. Infatti vediamo L’Immortale cospargere la benzina sul pianerottolo e sotto la porta dell’abitazione, dopodiché, appiccano l’incendio dalle scale prima della fuga. Emblematico è l’urlo di Conte lanciato ai suoi guardaspalle: “Me stann’ appiccian’ ‘a casa”. Proprio da quell’attentato sarebbe nata la lotta tra gli uomini di Pietro Savastano e di Salvatore Conte, anche questa vicenda è ispirata alla faida tra il clan Di Lauro e il cartello Scissionista.

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Alessandro Caracciolo
Alessandro Caracciolo
Redattore del giornale online Internapoli.it. Iscritto all’albo dei giornalisti pubblicisti dal 2013.
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