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sabato, Aprile 20, 2024
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«Razzisti e orfani del clan dei Casalesi!», il Sindaco di Castel Volturno all’attacco

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Nella giornata di ieri si festeggiava San Gennaro: la città di Napoli è stato il centro del mondo per tantissimi fedeli e devoti al Santo. Moltissimi sono stati i curiosi che si sono avvicinati alle celebrazioni per carpirne emozioni e significati. Purtroppo, da dieci anni a questa parte, il 19 settembre non è più solo il giorno di San Gennaro. Anzi, proprio il Santo ha prestato tristemente il suo nome ad una delle stragi di camorra più efferate di sempre. La strage di Castel Volturno, la strage dei neri o, appunto, la strage di San Gennaro. In un articolo (lo potete leggere cliccando qui), abbiamo ripercorso quei tristissimi momenti. Il Comune di Castel Volturno, però, ha deciso di non voltare le spalle alla storia. Ricordare un fatto di cronaca così efferato vuol dire tramandare un monito, è la segnalazione di un percorso da non intraprendere. mai più.

Resta un cantiere in corso d’opera il discorso legato all’integrazione. Castel Volturno, così come tutti i paesi attraversati dalla Domitiana, hanno potenzialità sociali incredibili. Lo stesso territorio è valorizzato in modo insufficiente. Tutta la costa Domitia è un diamante ricoperto da metri e metri di fango di illegalità e razzismo spicciolo. Che va spazzato via, volente o nolente. Farlo significa creare un futuro eccellente e sostenibile per coloro che il territorio lo vivranno in prima persona. Certamente, è questa l’idea che accomuna le associazioni attive nell’area costiera e i – pochissimi – politici che si muovono in controtendenza rispetto alla norma nera. Tra questi, il Sindaco di Castel Volturno, Dimitri Russo. Dopo le celebrazioni in ricordo dei morti ammazzati dallo squadrone della morte capitanato da Setola, il Sindaco Russo è stato attaccato pesantemente. Ci ha tenuto, però, a chiarire un po’ di cose, di persona.

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«Ho avuto un esercizio commerciale per più di trenta anni a Destra Volturno, svaligiato più volte, rapinato più volte. Qualche volta alcuni cretini hanno tentato di chiederci il pizzo ma se sono andati sempre a mani vuote. E la sera ci dormivo io, con la paura in corpo di un incendio o una bomba e il fucile da sub (unica arma che avevo) sotto il letto. Paura sì, ma mai piegati. Mai. E non c’erano le associazioni. Qualcuno, razzista ed imbecille, ha cercato di far credere che in fondo erano dei delinquenti spacciatori, come tutti i neri del resto, e quindi si sono indignati al fatto che sono stati ricordarti. Imbecilli, razzisti e orfani della camorra casalese, convinti nella loro testa che ospita un criceto con ruota e ghianda per azionarla, che i mali di Castel Volturno sono attribuibili agli sporchi negri».

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