Avvelenarono la Campania, accumulando ricchezze oscene in cambio di morte certa per la propria terra. Si potrebbe riassumere, grossomodo, così la storia criminale che ha contraddistinto, su tutti, il clan dei Casalesi. Quello che fa specie più di ogni cosa è che pensarono di avvelenare la Campania partendo proprio dal “giardino” di casa loro: Casal di Principe. Secondo centinaia di faldoni processuali e decine di verbali contenenti le dichiarazioni dei pentiti, le campagne casalesi sono disseminate di rifiuti altamente tossici. Rifiuti pericolosi per la salute umana e animale che, nel tempo, hanno compromesso lo stato delle falde acquifere sottostanti. Interrarono rifiuti tossici anche sotto lo stadio comunale. Sempre stando alle ricostruzioni dei pentiti, per quegli interramenti i responsabili furono il boss Cicciariello e Walter Schiavone, oltre a Nicola Pezzella e Giovanni D’Ambrosio. Per loro, oggi doveva scattare il processo che, però, è stato rinviato – ancora – ad aprile.
Questi sono i rifiuti tossici – di natura industriale – che furono ritrovati durante gli scavi effettuati dalle forze dell’ordine:
- stagno
- berillio
- idrocarburi pesanti
- tetracloroetilene
- dicloropropano
- zinco
- piombo
- nitriti
- nitrati
