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giovedì, Aprile 25, 2024
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Morto a Terracina, a Napoli il funerale di Romeo. La lettera della mamma e sorella: “Ti cercheremo dovunque”

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È il giorno dell’ultimo saluto a Romeo Golia, il ragazzo di 11 anni travolto e ucciso a Terracina mentre stava attraversando le strisce pedonali. Le esequie si sono tenute nella chiesa dei Santi Antonio di Padova e Annibale Maria in viale dei Pini, ai Colli Aminei dove amici e parenti hanno partecipato alla veglia funebre in ricordo del ragazzo, studente della scuola Mameli Zuppetta. All’ingresso sono posate due corone di fiori. Uno a firma di un gruppo Scout Napoli che recita “buona caccia fratellino” e un altro con il messaggio “A te che sei un meraviglioso angelo”.

Disperazione, urla e pianti da parte dei familiari, di chi fa parte della scuola Mameli Zuppetta e di chi conosceva Romeo, giusto in chiesa all’interno di una bara bianca calle 10.15 circa. “Non è vero che è morto, non è vero che è successo” le grida della nonna inconsolabile nel suo dolore.

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Toccante l’omelia di Don Rosario Graziosi: “Noi non siamo andati dietro a favole ma perché siamo testimoni, soprattutto voi, oculari di una grandezza di Dio in Romeo. Vorrei, con semplicità, il momento della prima comunione e il momento del passaggio in cielo di Romeo. L’incontro di Romeo con Gesù è oculare e abbiamo sentito le parole. Romeo è arrivato qui con la lampada accesa qui per la Prima comunione, il 4 giugno. Aveva segni d’amore In quel giorno la preghiera disse nel diario “Gesù io ti amo, ti benedico ma lesse, sbagliando, ti perdono. Continuò: anche se non l’ho fatto, cercherò di non offenderti mai.”Fammi stare bene anche l’anno prossimo”. E significa anche alla luce di quanto successo, “fai stare bene anche le persone che amo”. Questo vuol dire che allora adesso sta bene”. “In quel giorno mi ricordo che i bambini giocavano a pallone vestiti da comunione. Romeo ha donato la sua vita e noi vivremo anche grazie a lui. Il dolore e lo smarrimento non infici la nostra fede in Gesù. La domanda è: “Perché non io, quanti avrebbero essere al posto di Romeo. Se lo saranno chieste la madre, gli zii, visto che almeno noi siamo già grandi. Ciò significa: Bisogna vivere la tua vita, quanto tempo hai ancora per perdonare, amare. Siamo ancora in vita per convertirci. Romeo ha fatto la comunione nel giorno della Pentecoste”.

La mamma Titta ha scritto una lettera al figlio: “Quante ne abbiamo passate insieme, vita mia. Quante volte mi sono sentita inadeguata per essere stata sia madre che padre. Siamo ridiventati una famiglia, circondati dall’affetto degli altri. Sono stati anni bellissimi, cuore mio ti ritroverò. Sarai il fruscio del vento d’autunno, sarai nei fiori di primavera. Sarai i fiocchi di neve in inverno. Sarai nelle lacrime delle sere d’estate. Sarai con me Romy, non tardare. Ti aspetto, Romy, la tua mamma”.

Toccante anche la lettera della sorella Ludovica: “Ho la testa incasinata, ma i tuoi baci riparavano tutto. Mi hai fatto dannare con i compiti di matematica ma l’amore che mi hai dato tu, nessuno sarà mai in grado di darmelo, solo tu potevi darmelo. Non so come recuperare quella finita. Quando mi vedrai a pezzi, abbracciami. Ci rivedremo presto tua sorella, Ludo”.

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Antonio Sabbatino
Antonio Sabbatino
Iscritto all'Albo dei pubblicisti dall'ottobre 2012, ho sviluppato nel corso degli anni diverse competenze frutto dell’esperienza sul campo in ambito politico, sociale e di cronaca, sia bianca che nera. Sono stato conduttore radiofonico di programmi musicali presso Radioattiva, radio web napoletana e redattore e collaboratore di diverse testate online. Attualmente sono inviato per il quotidiano Roma, il più antico giornale napoletano, di InterNapoli.it che rappresenta una delle realtà più dinamiche del panorama giornalistico napoletano, campano, la neonata testata Tell che approfondisce i grandi temi politico-sociali a più livelli e Comunicare il Sociale rivista specializzata di Terzo Settore.
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