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venerdì, Marzo 29, 2024
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Saviano contro la trasmissione di Alberto Angela: “Napoli città piena di crepe e cicatrici, questa è la realtà”

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Roberto Saviano critica Alberto Angela e la sua trasmissione su Napoli e i social si scatenano. Lo scrittore di Gomorra ha pubblicato un post sulla sua pagina facebook che richiama un articolo apparso sul Corriere della Sera.

“Le bellezze di  non sono sfavillanti, ma piene di crepe e cicatrici. Quanto siamo disposti ad accettare questa evidenza? Sembra davvero che alla realtà non vogliamo prestare attenzione, che preferiamo dimenticarla a qualunque costo. Ma c’è chi può permetterselo e chi no. C’è chi può dimenticare la realtà perché in fondo non la frequenta mai davvero e chi invece vi è tanto immerso da non avere la possibilità di analizzarla”, ha scritto Saviano mostrando nell’articolo la foto del famoso Cristo.

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“Napoli è come il Cristo nella Cappella Sansevero che, sebbene velato, palesa ogni vena, ogni spasmo, a riprova del fatto che non basta coprire per dimenticare, nascondere, cancellare. Usare le bellezze di una città per delegittimare il racconto di ciò che accade non è indice di ignoranza o superficialità, ma di cattiva fede”.

Roberto Saviano ha gradito poco la narrazione di Napoli offerta da Alberto Angela con la trasmissione Stanotte a Napoli, il programma che il 25 dicembre ha raccontato le meraviglie del capoluogo campano. Il problema, secondo Saviano, è che il programma di Alberto Angela avrebbe trasmesso ai telespettatori di Rai1 un’immagine troppo sfavillante della città: il programma, infatti, si è concentrato solo sulle bellezze partenopee, senza dare spazio ai suoi ben noti problemi. Non c’è nessuna Napoli delle meraviglie, a detta dello scrittore: o meglio, esiste una Napoli delle meraviglie che è però incessantemente minacciata e messa a repentaglio dalle sue numerose crepe.

Una questione evidentemente chiara agli autori del programma: Alberto Angela ha infatti esordito nei primi minuti del programma, prima ancora della sigla introduttiva, affermando che Napoli è un “organismo costruito nei secoli, un organismo delicato di cui prendersi cura”, nonché “una città antichissima, che ha attraversato i secoli arricchendosi di capolavori, meraviglie, storie e tradizioni ogni volta diversi che la rendono unica. È quindi naturale”, ha proseguito il conduttore, “che costituisca una tappa importante di Stanotte a: naturalmente come tutte le grandi città ha le sue luci e le sue ombre, e spesso le cronache tendono a concentrarsi sulle sue ombre, ricoprendo, in questo modo, le sue luci. Noi di Stanotte a, pur non ignorando le sue ombre, vogliamo mostrare queste sue luci, esattamente come abbiamo fatto con altre città italiane nel passato. Il risultato, come vedrete, è una città molto più luminosa e viva di quanto si creda”. Una posizione che ha poi ripreso anche sui social, immaginando il dibattito che sarebbe nato a seguito della messa in onda del programma: “Napoli è soprattutto luce”, ha scritto il popolare conduttore televisivo sulla sua pagina Facebook. “Ed è proprio questa luce che vogliamo che stasera risplenda, esattamente come abbiamo fatto per le altre città”.

La giustificazione tuttavia non è bastata a Roberto Saviano, che ha parlato di Stanotte a Napoli in un suo durissimo editoriale suCorriere della Sera, intitolato “Usare le bellezze di Napoli per delegittimarne il male è dare la città all’oppressore”. Aprendo il suo corsivo con la foto del Cristo velato di Giuseppe Sammartino, e ricordando il brutale assassinio di don Peppe Diana e soprattutto le circostanze con le quali i media riportarono la notizia, Saviano ha scritto che “c’è chi può dimenticare la realtà perché in fondo non la frequenta mai davvero e chi invece vi è immerso fino al collo, tanto da non avere la possibilità di analizzarla. Il grottesco è che i primi sono convinti che tutti gli altri possano, come loro, autocompiacersi e autoassolversi grazie alle bellezze di Napoli”. Non è un attacco diretto ad Alberto Angela quanto a chi ha commentato il programma con parole “grondanti bieco classismo e spregio per le condizioni in cui versa la città”.

“La Napoli raccontata da Alberto Angela esiste”, ha proseguito Saviano, “ma non per nostro merito. Sta lì e resiste in un Sud che arranca, perennemente in affanno. Certo, quella Napoli meravigliosa può essere balsamo: ma per chi, mi domando? Per chi può affacciarsi ai terrazzi dei piani alti, perché chi sta sotto non gode di nessun panorama e vive in una città meravigliosa che però ha poco da offrire, anche in termini di diritti, se siamo d’accordo nel considerare lavoro e istruzione diritti. Poi – per carità – possiamo anche decidere che non lo siano e ritenerli semplicemente concessioni. Io provo un sincero dolore quando leggo commenti sulle sfavillanti bellezze di Napoli contrapposte all’oscurità di Gomorra, perché chi ha occhi per vedere sa bene che le bellezze di Napoli non sono sfavillanti, ma piene di crepe e cicatrici, e che la città è costantemente oltraggiata da agguati che avvengono tra i suoi abitanti, mettendone costantemente a rischio l’incolumità”.

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