Il tribunale di sorveglianza di Spoleto ha accolto il ricorso di un detenuto nel carcere di Terni relativo alla possibilità di effettuare incontri con la compagna, la stessa decisione è stata presa a Parma. Come riporta PerugiaToday, si tratta di due decisioni che permettono ai detenuti di usufruire di permessi in linea con la sentenza della Corte costituzionale del gennaio 2024 che ha riconosciuto il diritto alla vita affettiva e sessuale anche per chi è ristretto in carcere.
Il giudice di sorveglianza di Spoleto, Fabio Gianfilippi, ha emesso un’ordinanza che consente a un detenuto ristretto nel carcere di Terni in regime di 41bis di incontrare la compagna in un luogo protetto e riservato, garantendo così il rispetto della sua dignità e dei suoi diritti fondamentali. C’è da considerare la provata “volontà genitoriale” della donna e dello stesso detenuto.
Sesso in carcere per i detenuti, la Consulta boccia il divieto
La Consulta ha dichiarato illegittimo l’articolo 18 del testo dell’ordinamento penitenziario nella parte che non consente: “Che la persona detenuta possa essere ammessa a svolgere i colloqui con il coniuge, la parte dell’unione civile o la persona con lei stabilmente convivente, senza il controllo a vista del personale di custodia”.
Come riporta l’Huffingtonpost la Corte, infatti, ha precisato che questi incontri possono avvenire solo quando: “Tenuto conto del suo comportamento in carcere, non ostino ragioni di sicurezza o esigenze di mantenimento dell’ordine e della disciplina, né, riguardo all’imputato, ragioni giudiziarie”. Però ai detenuti al 41 bis questa possibilità sarà comunque esclusa.
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