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venerdì, Aprile 19, 2024
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Spari contro i carabinieri a Secondigliano, verità vicina: Tamburrino vuota il sacco

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Sta svelando nomi, ruoli e particolari fin qui inediti. Salvatore Tamburrino è un fiume in piena davanti ai magistrati, a cui sta raccontando gli ultimi anni di latitanza di Marco Di Lauro ma anche oltre. Il neo collaboratore di giustizia ha rivelato il completo organigramma del clan, personaggi, ruoli e mansioni di quella che fino al 2004 era una macchina del crimine perfettamente oleata. Ha fatto ben 149 nomi di personaggi che sarebbero legati, con vari ruoli, alla cosca dei Milionari di Secondigliano. Una scelta, quella di Tamburrino maturata dopo l’omicidio della moglie Norina Matuozzo e che non gli ha scampato la condanna al carcere a vita. Tamburrino ha iniziato raccontando la storia e i ruoli di Paolo Di Lauro e dei suoi figli a partire da Cosimo e dal suo ‘battesimo di fuoco’ per finire agli spari contro la caserma dei carabinieri di Largo Macello innescati da una decisione dell’allora reggente del gruppo Umberto Accurso. L’azione fu la risposta di Accurso che il giorno precedente aveva perso la patria potestà. I militari dell’Arma, infatti, avevano notificato il provvedimento alla moglie a causa del rischio per i bimbi di rimanere a Napoli, con lo zio (Antonio, fratello di Umberto) divenuto un collaboratore di giustizia.

Le prime dichiarazioni

Su Paolo Di Lauro ha detto:«Quando io l’ho conosciuto aveva Rosario Pariante, Errico D’Avanzo e Raffaele Amato. Marco Di Lauro mi ha raccontato dell’omicidio Lamonica compiuto da Paolo Di Lauro». Tamburrino ha anche parlato dei colpi di arma da fuoco contro la caserma dei carabinieri di SecondiglianoMi ricordo che quando avvenne l’esplosione dei colpi di pistola contro la caserma dei carabinieri di Secondigliano sia ….. che Salvatore Di Lauro mi dissero che la causa era da rinvenirsi nel fatto che i carabinieri avevano sottratto i figli ad Umberto Accurso all’epoca latitante. Quindi Umberto Accurso, forse insieme a Diego Colurcio, aveva esploso i colpi di mitra contro la caserma. Questa è la versione accreditata dai fratelli Di Lauro e anche da Giovanni Cortese». Dichiarazioni che, è bene precisare, dovranno essere attentamente verificate dagli inquirenti e rispetto alle quali, al momento, non ci sono indagati.

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