Raid a colpi di pistola, contro l’auto e l’abitazione di un ex amministratore comunale di Casandrino. Un episodio gravissimo, accaduto poco prima delle dieci della scorsa serata, e solo per una serie di circostanze fortuite non finito in tragedia. La raffica di proiettili infatti dopo aver colpito e perforato la carrozzeria dell’auto in sosta, ha centrato un’abitazione al piano terra. Una sorta di dependance con pareti di legno dove si trovavano alcune persone per festeggiare un compleanno. Ed è stato un vero miracolo che nessuno dei proiettili abbia colpito i presenti.
Il raid è avvenuto in via Italo Svevo, una traversa cieca di via Marinaro, da anni al centro di una querelle tra il comune di Casandrino e quello confinante di Grumo Nevano. Quest’ultimo comune spinge da anni per la sua apertura che consentirebbe agli automobilisti diretti a Casandrino di raggiungerla senza attraversare Grumo. Pochi minuti dopo il raid, alcuni residenti della zona hanno segnalato ai vigili del fuoco e al centralino del 113 l’incendio di un veicolo in via don Reverendo Antonio Migliaccio. Sul posto gli agenti del commissariato di Frattamaggiore, diretto dal vicequestore Pasquale Toscano e una squadra dei vigili del fuoco. Il loro intervento è durato circa trenta minuti per spegnere completamente le fiamme e i continui focolai.
Dalle verifiche effettuate, gli agenti hanno accertato che il veicolo dato alle fiamme era stato rubato qualche ora prima a Nola e ne avevano già denunciato il furto. Per gli inquirenti, quindi, nessun dubbio che il raid e il successivo incendio del furgone siano strettamente collegati. Questa circostanza apre una serie di scenari tutti da delineare. Perché bruciare un veicolo – rubato di proposito per portare a segno il raid intimidatorio – è il tipico modus operandi della camorra.
L’indagine è appena all’inizio. Gli investigatori intendono accertare se l’azione di fuoco sia stata diretta esclusivamente contro l’ex esponente dell’amministrazione comunale. Oppure, come accade di frequenza, i sicari non abbiano clamorosamente preso un granchio, sbagliando il bersaglio. Visto che non solo chi era a cena presso la dependance dell’esponente politico non ha mai avuto a che fare con la legge e nemmeno chi abita nel condominio. Eppure le modalità con le quali è stato portato a segno l’assalto, non lasciano dubbi sulla matrice camorristica. Anche se gli inquirenti al momento non escludono nemmeno altre piste che riguardano la vita privata dei possibili obiettivi del raid.
Gli agenti hanno anche battuto palmo a palmo la zona, alla ricerca di eventuali sistemi di videosorveglianza privati installati in tutta la zona circostante via Italo Svevo, le cui immagini potrebbero fornire quegli elementi utili all’identificazione dei responsabili della spedizione punitiva. Un altro aspetto di questa vicenda riguarda direttamente i clan che controllano le attività illecite a Casandrino, da sempre sotto il “dominio” dei clan di Sant’Antimo, che da qualche tempo vede il ritorno in gran spolvero del clan Verde, la cosca storica della camorra di Sant’Antimo, infastidita da episodi come quelli dell’altra sera che accendono l’attenzione ancora più stretta delle forze dell’ordine.