La sparatoria avvenuta lo scorso 9 maggio a Napoli, sul corso Amedeo di Savoia, fu un regolamento di conti all’interno di una “banda del buco”.
Lo ha stabilito oggi la Squadra Mobile di Napoli, che ha quindi arrestato il presunto responsabile dei ferimenti, del quale però non sono state diffuse le generalità.
Spari in pieno centro a Napoli, fu un regolamento di conti nella “banda del buco”: la ricostruzione
Dopo i ferimenti finirono in ospedale Gennaro Esposito, 61 anni, Vincenzo Grandelli di 57 e Antonio Russo di 56. Avevano ferite a glutei e gambe, all’ospedale dei Pellegrini arrivarono con mezzi propri. Gli investigatori della Mobile incontrarono lì il primo ostacolo nella reticenza delle vittime, nessuno di loro infatti volle fornire indicazioni su chi avesse sparato e perché.
I primi elementi si palesarono dinanzi agli investigatori scavando nel loro passato: hanno tutti precedenti per reati contro il patrimonio ed in passato erano stati inquadrati nelle “batterie” delle bande del buco. In particolare, Grandelli ed Esposito erano già stati arrestati per una rapina commessa proprio con la particolare tecnica e il secondo era tra i destinatari di una ordinanza eseguita nell’ottobre 2018 per una vicenda analoga.
È emerso che non erano soltanto loro gli obiettivi degli spari. C’era infatti anche un quarto uomo, rimasto illeso perché l’arma di era inceppata. Le indagini, svolte col coordinamento della Procura di Napoli, hanno portato all’indagato, che questa mattina è stato trasferito in carcere, destinatario di una ordinanza di custodia cautelare per tentato triplice omicidio e porto e detenzione di arma da sparo in luogo pubblico.