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giovedì, Aprile 25, 2024
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Tangenti a Napoli Est, il dirigente di Ponticelli Porcini si appella al Riesame

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Sarà il Riesame a stabilire se annullare l’ordinanza o se confermare il provvedimento a carico di Vittorio Porcini, sostituto commissario presso il commissariato di Ponticelli finito al centro dell’inchiesta sui presunti sversamenti in mare da impianti di depurazione. Porcini, ristretto ai domiciliari, è accusato di di aver ottenuto favori in cambio di atti contrari ai doveri d’ufficio, tra cui la rivelazione di segreti d’ufficio, nonchè di corruzione aggravata. Durante l’interrogatorio di garanzia Porcini, difeso da Antonio Abet, ha ribadito la sua contrarietà alle contestazioni mossegli contro e in particolare sui suoi rapporti con l’imprenditore Salvatore Abbate, ritenuto dagli inquirenti vicino al clan De Micco. Porcini ha smentito le presunte soffiate ad Abbate ribadendo che in tutto questo periodo il rapporto con Abbate era strumentale alle investigazioni che Porcini conduceva sui gruppi di Napoli est. 


I rapporti tra Abbate e Porcini: le accuse della Procura

Al centro dell’inchiesta, per la Procura, i rapporti di Abbate con Porcini. L’imprenditore, secondo l’accusa, aveva a sua disposizione proprio i rappresentanti delle forze dell’ordine che, in cambio di denaro, lo tutelavano informandolo sulle indagini. Al centro dell’inchiesta figurano una serie di intercettazioni che per la Procura rappresenterebbero la ‘prova’ dell’illiceità del comportamento del funzionario di polizia. In un’intercettazione viene registrato un dialogo tra Porcini, Abbate e Salvatore Telesco, genero dello stesso Abbate.

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Secondo l’accusa Porcini in quella circostanza si sarebbe interessato al recupero di un milione di euro dato dai due imprenditori ad Antonio Di Dato e Vittorio Esposito per l’acquisto di una quantità di combustibile di contrabbando. Nell’ordinanza si chiarisce che «Porcini spiegava ai suoi interlocutori che se lui doveva intervenire in qualità di poliziotto sarebbe stato ovviamente costretto a redigere apposta relazione con la conseguente comunicazione all’Autorità Giudiziaria, che avrebbe scaturito, con ogni probabilità, una serie di controlli sia sulla provenienza del milione di euro, oggetto del contendere, sia sulle attività imprenditoriali di Abbate e del genero, Telesco Salvatore, per cui preferiva operare non ufficialmente. Per tale motivo voleva tenere un profilo basso. …il problema che io non posso uscire allo scoperto che ti conosco. Se intervengo io si scrive fino in fondo, hai capito?». Accuse attese adesso al vaglio del Riesame. 

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