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martedì, Aprile 23, 2024
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«Si fece un tatuaggio col nome del boss», così il reggente di Pianura giurò fedeltà al clan

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I suoi racconti si sono rivelati determinanti per inquadrare l’organigramma dei gruppi che per mesi hanno terrorizzato Pianura e i rioni limitrofi. Youssef Aboumuslim, ex colonnello del clan Esposito di Bagnoli, ha fornito ai magistrati un resoconto dettagliato di ciò che è avvenuto negli ultimi anni nell’area flegrea. Secondo le sue rivelazioni ben prima che i Calone-Esposito-Marsicano facessero gruppo a sè i suoi ras erano parte integrante dell’ex clan Mele a cui dovevano corrispondere una quota mensile destinata ai carcerati e soprattutto al boss Giuseppe Mele. Proprio questo particolare fece emergere nei mesi scorsi contrasti all’interno del gruppo visto che Antonio Calone, all’epoca reggente, non corrispose alcuna somma alla moglie di Mele, episodio che generò contrasti poi ‘sanati’ da un summit tenutosi proprio a Pianura. Questo è uno dei tanti retroscena emersi nelle ordinanze che hanno decapitato i due clan della zona.

Il summit di Pianura e i contrasti tra ras

Nel verbale del maggio 2021 l’ex colonnello di Bagnoli racconta:«Avemmo un incontro con i rappresentanti di Pianura e tale incontro avvenne dopo la scarcerazione di Massimiliano Esposito. All’incontro erano presenti: Calone Antonio, Marsicano Emanuele “alias o Messican” e Malvasio Giuseppe e la riunione avvenne a casa mia. Durante questo incontro, emerse la lamentela di Mele Giuseppe, che, detenuto con Esposito Cristian, diceva di non ricevere nessun tipo di sostentamento in qualità di detenuto. Il Calone, presente alla riunione, disse che da quel momento si sarebbe occupato volentieri lui del mantenimento, anche perché lui era stato il successore dei Mele netta zona di Pianura. Precisò inoltre che, il mancato mantenimento di Mele Giuseppe, era dovuto al fatto che aveva litigato con la moglie del Mele e per dimostrare la sua lealtà a Mele, mostrò un tatuaggio con il nome Mele, per far capire il suo legame con il predetto. Il tatuaggio, il Calone lo aveva sul petto. Calone tuttavia non mantenne le promesse, anzi andò in giro dicendo che Massimiliano Esposito si voleva impossessare dette piazze di spaccio di Pianura e rione Traiano e voleva soppiantare la gente di rione Traiano. Massimiliano Esposito, veramente si voleva prendere il rione Traiano, ma il suo accordo era con Scognamillo Daniele e Calone Antonio non ne sapeva niente. Marsicano Emanuele, presente atta riunione, era d’accordo con il fatto che Calone doveva continuare a mantenere il Mele. ‘Alla riunione, lo stesso Marsicano, che aveva una piazza di spaccio su Pianura, concordò che il Mele andava mantenuto nella sua detenzione. Il “Messicano”, gestiva la piazza di spaccio con Esposito Carlo e quando è uscito il Calone dal carcere hanno creato un gruppo loro».

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