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martedì, Aprile 23, 2024
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Tra Miano e la Sanità era guerra: e in mezzo c’erano i Vastarella

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Si odiavano. Tanto. Un odio così profondo che ha portato a morti e feriti, alcuni (come Genny Cesarano ucciso nel corso di una stesa ordinata dai Lo Russo contro gli affiliati degli Esposito-Genidoni) innocenti, gente che con la camorra non c’entrava nulla. La storia della rivalità, o meglio dell’odio, tra Carlo Lo Russo e Piero Esposito rappresenta una delle storie di camorra che più di altre evidenzia lo stato delle cosche criminali a Napoli. Carlo Lo Russo, erede di una dinastia che per trent’anni ha dominato Miano e Chiaiano una volta uscito dal carcere decide di prendere le redini del sodalizio: lo svecchia e si affida sempre più a giovanissimi disperati che, abbagliati dalle promesse di morte del capoclan, decidono di diventare soldati. L’altro, Piero Esposito detto ‘Pierino’ ha un passato nei gruppi di Miano ma da anni è trapiantato alla Sanità dove si è messo contro i Vastarella delle Fontanelle. Non solo. Carattere fumantino, ‘Pierino’ sfida subito il potere di ‘zì Carlo’ una volta che questo esce dal carcere. C’è un altro motivo dietro quest’odio, la vicinanza di Esposito a Walter Mallo, il giovane del Don Guanella che ha provato a fare la guerra ai ‘capitoni’.

«Avevo deciso di uccidere Pietro Esposito perché aveva osato sfidarmi, aveva organizzato una ‘stesa’ nel mio quartiere quando ero stato scarcerato e diceva in giro che io non dovevo comandare il rione Sanità perché ero un drogato. Così decisi di eliminarlo». Queste le rivelazioni dell’ex boss dei Capitoni nel momento in cui decise di collaborare con la giustizia. Quando Pierino fu ucciso da un commando dei Lo Russo cominciarono a cambiare gli assetti alla Sanità. Il boss sapeva che con la morte del capo dei ‘barbudos’ la Sanità sarebbe andata sotto i Vastarella nonostante gli Esposito-Genidoni sospettassero proprio della regia di quest’ultimi dietro quell’omicidio. Carlo Lo Russo aveva previsto, senza poterci fare nulla perché l’odio per Pietro Esposito era troppo forte, che il gruppo delle Fontanelle sarebbe divenuto dominante. E aveva pensato a una contromossa: affidare,  la gestione degli affari illeciti nel quartiere, a Vincenzo Tolomelli. Ma quest’ultimo aveva rifiutato,probabilmente per i buoni rapporti che aveva con i Vastarella. In un’intercettazione ambientale si sente il boss di Miano imprecare contro Tolomelli. «Ti volevo dare la Sanità a te e invece l’ho data a Vastarella….capito? Tutto il bordello, quello…». Per poi aggiungere,con un chiaro rife-rimento nel-l’espressione tipicamente napoletana: «Ha avuto o mesale a tavola…quello li giù….per il momento…..eh..che si atteggia a guappo (riferendosi a Patrizio Vastarella)».

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