Il borseggio cambia volto e si adegua ai tempi. Non si tratta di una battuta ma di una realtà sempre più concreta: il cosiddetto «borseggio 2.0», una forma di furto digitale perpetrata tramite POS mobili contactless, sta tornando sotto i riflettori. Nessun portafogli sfilato di nascosto, nessuna carta sottratta: basta avvicinare un lettore portatile a una borsa o una tasca per sottrarre denaro in pochi secondi.
Il caso: arrestata una donna a Sorrento
Il fenomeno ha catturato l’attenzione pubblica dopo l’arresto di una donna a Sorrento, trovata in possesso di un POS mobile durante un fermo per un tentato furto di una banconota da 100 euro. Le indagini hanno poi collegato la stessa persona a una presunta truffa a Roma, dove avrebbe sottratto circa 9.000 euro a una turista usando proprio un lettore portatile.
Come funziona la truffa?
La tecnica sfrutta una vulnerabilità dei pagamenti contactless: per spese inferiori ai 50 euro, molte carte di credito non richiedono il PIN, permettendo quindi ad eventuali malintenzionati di completare la transazione semplicemente avvicinando il lettore. Al contrario, gli smartphone – sempre più utilizzati per i pagamenti – richiedono un’autenticazione biometrica o una password, rendendo il furto molto più difficile.
Le difficoltà tecniche (e legali)
Nonostante i rischi, si tratta di un tipo di truffa complesso da realizzare: ogni POS mobile deve essere registrato con dati identificativi reali, compreso un documento, il codice fiscale e un video di riconoscimento facciale. Inoltre, tutte le transazioni lasciano tracce digitali. Proprio questo permette spesso alle forze dell’ordine di risalire rapidamente al responsabile.
Un test tecnico ha inoltre dimostrato che, anche passando più volte il POS vicino a un portafogli, il pagamento si attiva solo in un caso su tre. E ogni transazione è accompagnata da un bip sonoro, un SMS o una notifica sul telefono della vittima: segnali che difficilmente passano inosservati.
Come proteggersi
In commercio esistono portafogli anti-NFC o custodie schermate per bloccare i pagamenti non autorizzati, ma studi recenti – compreso uno italiano del 2023 – ne mettono in dubbio l’efficacia. Una protezione parziale può essere ottenuta anche tenendo due carte vicine: l’interferenza tra i chip può impedire la lettura da parte del POS.
Skimmer: il pericolo invisibile
Oltre ai furti contactless, rimangono attuali i rischi legati agli skimmer: dispositivi nascosti in sportelli bancomat o POS manomessi che clonano le carte e, con l’aiuto di una telecamera, rubano anche il PIN. Fortunatamente, questa tecnica non può essere applicata agli smartphone.
Cosa fare in caso di sospetto furto
Il consiglio è semplice ma fondamentale: controllare frequentemente i movimenti bancari e attivare le notifiche in tempo reale per ogni pagamento. In caso di anomalie, è essenziale contattare subito la propria banca e, se necessario, sporgere denuncia.