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giovedì, Marzo 28, 2024
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Truffe agli anziani, sgominata banda dei ‘finti carabinieri’

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La loro Bibbia erano le Pagine Bianche, dove rinvenivano nomi propri di persona di persone anziane ai quali spacciandosi per carabinieri, avvocati o agenti di società assicurative, rappresentavano un grave sinistro stradale dove era rimasto coinvolto un loro parente generalmente figlio o nipote chiedendo i soldi per risolvere i guai in cui era incappato il congiunto. Un’organizzazione criminale, quella scoperta e sgominata dai carabinieri di Reggio Emilia che, insieme ai colleghi sul territorio, hanno dato corso in Puglia, Calabria, Lazio, Lombardia e Campania, all’operazione «Porta a Porta» nei confronti di 31 indagati a vario titolo per i reati di estorsione, rapina, aggravata in danno di persone anziane o comunque in condizioni di minorata difesa, violenza privata e circonvenzioni di incapaci. A seguito delle indagini sono state eseguite perquisizioni ed arresti in esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal Tribunale di Reggio Emilia – su richiesta del pubblico Ministero Maria Rita Pantani.

Sono stati circa 100 i colpi commessi in tutta Italia dai truffatori per un fatturato stimato in circa mezzo milione di euro. I colpi fruttavano non meno di 4.000 euro l’uno fatta eccezione per un caso, in Liguria, dove una anziana è stata derubata di preziosi e gioielli per 100.000 euro. Nel corso delle indagini sono state colti in flagranza di reato 12 truffatori – 4 arrestati e 8 denunciati – e recuperate somme e preziosi provento dei reati. I dettagli dell’indagine verranno spiegati alle 12 in una conferenza stampa al comando provinciale dei Carabinieri di Reggio Emilia.

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Gli indagati sono per la maggior parte originari di Napoli o dell’hinterland. L’inchiesta dei carabinieri ha portato a documentare 88 truffe perpetrate ai danni degli anziani in diverse regioni italiane dall’inizio del 2016 a oggi; sono 33 quelle architettate in provincia di Reggio Emilia. L’ordinanza emessa dal Gip del tribunale reggiano ha disposto la misura cautelare dei domiciliari per un indagato e l’obbligo di firma per altri due. Quattro arresti e otto denunce erano scattati nel corso dell’inchiesta. L’organizzazione si avvaleva di un sistema per raggirare le vittime. C’era chi operava a livello logistico fornendo auto, alloggi, telefoni e sim card, poi chi faceva le chiamate e c’erano poi gli esattori, le persone che si presentavano alle abitazioni degli anziani per riscuotere il denaro. Come ha specificato il colonnello Antonino Buda, comandante provinciale dei carabinieri di Reggio Emilia, in alcuni casi la truffa è diventata a tutti gli effetti una rapina, quando le vittime si accorgevano del raggiro in atto e si rifiutavano di fornire denaro.

«È stata un’indagine molto complessa data anche l’attitudine degli indagati di cambiare telefoni e schede con grande rapidità, proprio per non consentire di individuarli – ha detto Buda – È stata grande la determinazione nel contrastare un genere di reato ignobile, per le conseguenze anche psicologiche che può provocare nelle vittime, persone cui in certi casi è stato sottratto quanto faticosamente risparmiato anche nel corso di una vita».

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