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Un clan ‘a piramide’, a capo dei Nobile un vecchio ras e due cugini

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È il 21 ottobre scorso quando ad Afragola in via III Traversa Diaz, un commando avrebbe fatto fuoco con almeno tre armi di calibro diverso, colpendo in sequenza telecamere, facciate di edifici e punti sensibili del quartiere. È questo uno degli episodi chiave ricostruiti nel decreto di fermo eseguito nei confronti di 10 persone ritenute parte del clan Nobile, quello detto dei ‘panzarottari’. Nella ricostruzione accusatoria, Giuseppe Nobile e Antonio “Topolone” avrebbero assunto il ruolo di mandanti e organizzatori, mentre un gruppo di fidati – tra cui Antonio Nobile “Spiedino” – si sarebbe diviso tra fasi preparatorie, logistica e azione esecutiva. L’altro ieri il gip di Napoli nord non ha convalidato i fermi per gli 11 presunti appartenenti al gruppo ma ha eseguito ordinanza di custodia cautelare in carcere rimandando gli atti a Napoli per incompetenza.

Un clan a vocazione ‘familiare’

Secondo la Procura un altro ras, Salvatore Guerra, avrebbe agevolato l’azione del Doblò e poi messo a disposizione degli esecutori materiali della sparatoria, segno di una pianificazione accurata e di una chiara divisione di ruoli. I colpi sarebbero stati esplosi sia in aria sia ad altezza uomo, contro le telecamere e contro un edificio, con la finalità – contestata ai sensi dell’art. 421 bis – di seminare panico e attentare alla sicurezza pubblica. Il mezzo, risultato rubato nel Nolano e denunciato mesi prima ai  carabinieri di Marigliano, sarebbe stato acquistato o comunque ricevuto dagli indagati proprio in funzione dei raid armati del 21 ottobre, trasformandosi nel mezzo “fantasma” con cui raggiungere e lasciare rapidamente la scena delle stese.​ Un gruppo dunque a vocazione familiare con a capo Giuseppe Nobile, padre di Antonio, detto “topolone”, indicato come il capo indiscusso di tutta l’organizzazione ovvero la mente pensante di una famiglia: Nobile si avvaleva del figlio, e del cugino detto “Spiedino”. Quest’ultimo già finito in carcere per aver crivellato di colpi il bar Gourmet che sta nel centro commerciale I Pini, era anche colui che curava anche i buoni rapporti con altri sodalizi criminali.

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