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venerdì, Marzo 29, 2024
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Venti anni fa ci lasciava Alberto Vallefuoco, vittima innocente della camorra

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Venti anni fa veniva ucciso Alberto Vallefuoco, giovane vittima innocente della camorra.

I nomi delle vittime non dicevano nulla a Carabinieri e Polizia. Nessuna segnalazione, nessun precedente, niente di significativo dal punto di vista criminale. Gli investigatori subito ipotizzarono che si fosse trattato di un clamoroso errore. Alberto, Rosario e Salvatore furono scambiati per appartenenti al clan in guerra con quello dei killer.

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La morte di Alberto e i suoi colleghi

Il 20 luglio 1998, Alberto Vallefuoco, insieme a due amici e colleghi del pastificio Russo, Rosario Flaminio e Salvatore De Falco, viene assassinato davanti al bar Manila di Pomigliano D’Arco, durante l’ora di spacco.

I giovani stavano per entrare in macchina quando tre sicari a bordo di una ‘Lancia Y’ con in pugno revolver e kalashnikov ed il volto coperto da cappucci, spararono circa quaranta colpi uccidendo all’istante Alberto e Rosario. Salvatore, che tentò la fuga, fu raggiunto e finito dai killer.

Per questo triplice omicidio furono condannati all’ergastolo Modestino Cirella, Giovanni Musone, Pasquale Cirillo, Pasquale Pelliccia e Cuono Piccolo come mandanti ed esecutori.

“Quel giorno la camorra sbagliò due volte…”

L’assessore alla Cultura Mario Imbimbo, rilasciò le seguenti dichiarazioni in merito: “Alberto Vallefuoco era prima di tutto un amico, che ricordo con affetto. Quel giorno la camorra sbagliò due volte. Sbagliò ad uccidere perché mai dovrebbe accadere e sbagliò ancor di più ad uccidere Alberto e i suoi amici, degli innocenti. Noi terremo viva la sua memoria. Lo dobbiamo non solo alla sua famiglia, ma innanzitutto alla nostra comunità, ai nostri ragazzi”.

Inoltre, il sindaco di Mugnano Luigi Sarnataro, dichiarò: “Questa giornata è particolarmente sentita dalla nostra comunità. E’ nostro dovere, come semplici cittadini prima e rappresentanti delle istituzioni poi, essere sempre al fianco della famiglia Vallefuoco e mantenere vivo il ricordo di Alberto e tutto ciò che quel ricordo rappresenta. Quello che è accaduto ad Alberto va raccontato ancora e ancora, soprattutto nelle scuole, per ricordare a tutti noi l’importanza della legalità e della lotta alla camorra”.

Negli animi dei famigliari di Alberto brucia ancora la morte del ragazzo, vittima innocente della criminalità organizzata. Suo padre, Bruno, tempo fa dichiarò in un’intervista: “Mio figlio e i suoi amici non si trovavano al posto sbagliato al momento sbagliato – come molti sostengono -, sono “loro”, quelli che li hanno uccisi, che si trovavano al posto sbagliato al momento sbagliato. Sono loro che se ne devono andare”.

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