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Bandito pestato a sangue dalla folla inferocita

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Cento, forse duecento persone. Decine di motorini accalcati e il traffico paralizzato. E’ l’ennesima rissa di piazza. Ma questa volta non sono due bande a fronteggiarsi: si tratta di un vero e proprio pestaggio. E’ accaduto sabato sera a Qualiano, comune alla periferia nord di Napoli. Ore 22:30 , Piazza Kennedy : un ragazzo tenta di rubare uno scooter. Il possessore del veicolo rapinato riesce ad attirare l’attenzione di alcuni passanti. Si rincorrono le voci, si affollano le persone: viene preso il rapinatore, la gente si accalca. Almeno in dieci assalgono il ragazzo: lo accerchiano, lo scherniscono e infine lo menano. Prima gli insulti, poi gli spintoni e infine calci e pugni. Si tratterebbe di un giovane di Marano, le parecchie voci sembrano almeno confermare quest’ipotesi. Lui è di carnagione chiara, 17 anni o poco più, alto all’incirca un metro e settanta. Veste con jeans e scarpette alla moda. Un pestaggio normale. A due passi dalla centralissima piazza Rosselli . La zona è molto ben frequentata, però nessuno fa niente: e c’è un ragazzo per terra che piange e perde sangue.
I tanti motorini fermati attirano l’attenzione di sempre più gente. Piazza Kennedy è bloccata. Il ragazzo pestato cade a terra, dal naso cola parecchio sangue. Nessuno interviene. “Fanno bene, s’impara” , inveisce una signora.
La maglietta gli viene strappata da dosso. Dieci, quindici contro uno. Una lotta impari e sotto gli occhi dei passanti in preda al terrore.
Finalmente qualcuno corre in soccorso del giovane riuscendolo a salvare dagli scapaccioni. Intontito e sanguinante viene fatto salire su un’auto a torso nudo. La macchina sfreccia via, lungo il corso Morgera. Rimangono i commenti della gente che giustificano la lezione inflitta. “Non se ne può più, servirebbe più vigilanza” ripete un signore dal tono severo.
Chi scrive è un testimone . Indimenticabile il sangue in faccia e sul petto, il terrore negli occhi, indimenticabile mentre lo vedevi in lacrime implorare “lasciatemi andare, vi prego”. I calci e i pugni sembravano non fermarsi più, e umiliavano la sua resa, le sue paure.

“Cronache di Napoli”
31 luglio 2001

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