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martedì, Aprile 23, 2024
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Militare ucciso da banda di rapinatori che agiva tra Napoli e Caserta, «Niente sconto per gli assassini»

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«Nessuno sconto per gli assassini del carabiniere Tiziano Della Ratta», morto nel tentativo di sventare una rapina durante la quale rimase ferito anche un altro militare, Domenico Trombetta. Era l’aprile del 2013. Due anni dopo, il gup di Santa Maria Capua Vetere emetteva undici condanne su richiesta del pubblico ministero Carlo Fucci.
Ieri, il sostituto procuratore generale, Antonio Ricci, ha chiesto ai giudici della Corte d’Appello (presidente Monaco, giudice relatore Santaniello) la conferma dei verdetti che chiusero l’abbreviato con riconoscimenti di colpevolezza, a vario titolo, per i reati di omicidio, tentato omicidio, rapina e porto abusivo di arma. Ieri il pg ha chiesto la conferma delle pene inflitte in primo grado: ergastolo per Antonio Iazzetta, 19 anni e tre mesi per Paolo Brucci, 17 anni e tre mesi per Antonio Mastropietro e per lo slavo Bruslin Djordievic (che fu rintracciato in Belgio), vent’anni per Antonio Capone, 12 anni e sette mesi per Giuseppe De Rosa, 12 anni e due mesi per Rosario Nuzzo Esposito, 15 anni e 6 mesi per Domenico Ronga, 7 anni e sei mesi per Luca Aprea, quattro anni per Rosa Farina, 4 anni e due mesi per Vincenzo Della Valle.

La banda di cui gli imputati facevano parte fu sgominata dopo l’omicidio dell’appuntato scelto Tiziano Della Ratta, carabiniere originario di Sant’Agata dei Goti. Dopo il drammatico episodio, iniziarono infatti le indagini che portarono alla ricostruzione delle attività di un vero e proprio sodalizio al quale sono poi state contestate cinque rapine (tre tentate e due consumate), messe a segno tra i mesi di marzo e aprile 2013 tra Maddaloni, Grumo Nevano e Cassino. Secondo quanto appurato dagli inquirenti, la gang utilizzava sempre lo stesso modus operandi. Tutti i colpi, infatti, sono avvenuti dopo un primo sopralluogo nelle oreficerie ad opera di due rapinatori, un uomo e una donna che fingevano di essere interessati all’acquisto di gioielli. La banda disponeva di mezzi di trasporto, individuati dalle videoregistrazioni, e di pistole di grosso calibro a tamburo e semiautomatiche. Tiziano Della Ratta perse la vita nella gioielleria Ogm di Maddaloni il 27 aprile 2013, quando la banda di rapinatori mise a segno il colpo dopo due tentativi andati a vuoto: uno a Grumo Nevano quella stessa mattina e un secondo tentativo nella stessa gioielleria teatro della tragedia dove uno dei componenti fu riconosciuto dalla titolare in quanto già autore di una rapina nell’oreficeria della cugina. Fu per questo motivo che all’apertura pomeridiana, il carabiniere Tiziano
Della Ratta e il maresciallo Domenico Trombetta si appostarono e aspettarono i finti clienti. I due militari erano nascosti nel retro del negozio. Ne vennero concitati, la sparatoria, l’inseguimento. In dieci giorni il cerchio si chiuse con l’arresto di autori, esecutori e complici dei raid mortale. Tiziano Della Ratta ha lasciato un figlio piccolo e la moglie. Il dolore per una perdita così prematura non è mai passato. E neanche il desiderio di giustizia.

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fonte: Il Mattino

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