È stato scarcerato da Santa Maria Capua Vetere e collocato in comunità V.C., di ani
48, originario di Caivano ma residente a Nettuno, che doveva espiare un cumulo
emesso dalla Procura presso il Tribunale di Velletri di oltre sette anni. Si trattava di
condanne per spaccio di droga, maltrattamenti in famiglia e rapina, fatti commessi
in rapida successione per i quali il detenuto aveva avanzato varie istanza, dapprima
al carcere di Velletri e poi a Santa Maria CV, per il collocamento in comunità
terapeutica per seguire un programma di recupero dalla tossicodipendenza.
Nonostante si trattasse di una richiesta finalizzata a fronteggiare una precaria
condizione di salute, e quindi da decidere in tempi brevi, la situazione si è protratta
per lungo tempo a causa di ostacoli burocratici insorti.
Infatti, sebbene detenuto nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, la direzione sanitaria si è dovuta interfacciare con il SERD di Anzio, competente in relazione alla residenza del detenuto e che, dovendo sostenere i costi della comunità, a sua volta si è dovuta relazionare con la comunità di Maddaloni che si era resa disponibile ad accoglierlo.
L’udienza davanti al Tribunale di Sorveglianza di Napoli
Per completare l’iter è decorso oltre un anno, che comunque non è bastato,
poiché al momento della fissazione dell’udienza innanzi il Tribunale di Sorveglianza
di Napoli risultava scaduta e non rinnovata la disponibilità della comunità
terapeutica all’accoglienza, motivo che determinava l’ennesimo rinvio della
decisione.
Nel tentativo di accorciare i tempi ed ottenere una decisione, il difensore, l’avv.
Giuseppe Tuccillo del Foro di Napoli, proponeva nuova ed autonoma istanza che,
nonostante il periodo feriale di agosto, veniva esaminata ed evasa positivamente
per il detenuto dalla Dott.ssa De Risi dell’Ufficio di Sorveglianza di SMCV. In maniera
del tutto inaspettata, infatti, venivano nel pomeriggio convocati i familiari a cui
veniva delegato il trasferimento dal carcere alla comunità.
