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giovedì, Aprile 25, 2024
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“Amavo Imma, l’ho uccisa perché…”. La lettera di Pasquale Vitiello al suocero

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«Sono fiero di te. Ti voglio bene. Ti guarderò dal cielo». Così ha scritto alla figlia di nove anni Pasquale Vitiello, l’uomo che lunedì scorso, a Terzigno, ha ucciso davanti alla scuola elementare la moglie, Imma Villani. Vitiello si è ucciso con la stessa arma con cui ha ammazzato la moglie, dalla quale si stava separando.I carabinieri hanno rintracciato il cadavere di Vitiello seguendo le celle del telefono cellulare in suo possesso. Tutto lascia pensare che il suicidio dell’ uomo sia avvenuto subito dopo l’ omicidio di Immacolata. Era in via Vicinale Mauro Vecchio, in un rudere circondato dalla vegetazione.

Un gesto prevedibile, che l’uomo aveva probabilmente già pianificato: ma per 24 ore i carabinieri hanno condotto una caccia serrata, nel timore che, armato e in condizioni psicologiche precarie, potesse commettere altri atti di violenza. Pasquale ha ucciso Imma e poi se stesso con una pistola calibro 22 che si era procurato al mercato nero delle armi: non è difficile in provincia di Napoli. Se dal punto di vista della cronaca il caso è chiuso, entra invece ora nel vivo il dramma di Arianna, la figlia di Imma e Pasquale, che si ritrova all’improvviso orfana e con un dolore immenso da gestire. Da lunedì mattina, quando è stata fatta uscire dalla sua classe solo pochi minuti dopo che era arrivata, la bambina vive a Scafati, in casa di Luigi, il fratello della madre. Pasquale,  in una delle lettere lasciate sul tavolo di cucina ha scritto «mi farò giustizia da solo». L’uxoricida ha lasciato diversi scritti per la figlia. Uno è in busta chiusa, con la raccomandazione di consegnarlo ad Arianna solo quando lei sarà grande. I carabinieri chiederanno però al giudice di aprirla, poiché potrebbe contenere elementi utili alle indagini. In un’altra lettera, non sigillata, Pasquale scrive alla bambina: «Sono fiero di te. Ti voglio bene. Ti guarderò dal cielo».

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Una missiva è indirizzata al suocero, Giuseppe: gli chiede perdono per il gesto che ha già deciso di compiere: «Amavo Imma, non posso accettare che lei sia andata via». Una lettera è per un amico che gli è stato vicino negli ultimi difficili mesi: «Sei stato un grande amico. Grazie per quello che hai fatto per me».

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