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giovedì, Marzo 28, 2024
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“Andavano a 140 Km orari, in controsenso e con fari spenti”, la perizia sull’incidente mortale dell’agente Apicella

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Prime novità nel processo per la morte dell’agente Lino Apicella, investito e ucciso mentre era in servizio. Nel corso della prima udienza dove sono imputati i rom, è emerso, come riporta Il Mattino, che l’auto andava a 140 chilometri orari e la loro auto era in accelerazione non in frenata. Da come emerge la banda era in controsenso ed era riuscita a seminare già un paio di vetture della polizia, speronandole e gettando oggetti contundenti dal finestrino (una chiave inglese o una ruota di scorta). Pensavano di aver guadagnato una via di fuga, ma dinanzi a una terza auto della polizia, si sono trovali di fronte a una scelta

Tutto emerge dalla perizia dell’ingegnere Fabio Manfredi, che firma una consulenza di sessanta pagine sullo schianto di via Calata Capodichino, per conto della Procura di Napoli. Tre cittadini rom sono imputati per omicidio volontario, indicati come responsabili della morte del poliziotto. Un documento che riguarda la velocità delle due auto che si sono scontrate: quella della polizia (una Seat Leon), che viaggiava a 79 chilometri orari; la Audi Rs usata dai tre rom (rubata nel corso di una notte di razzie), che venne lanciata controsenso e a fari spenti alla velocità di 140 chilometri orari. Un impatto catastrofico, anche perché dall’analisi tecnica del ctu della Procura non c’è alcun segnale di rallentamento. Il mezzo venne usato a mo’di ariete.

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Sono imputati per la morte di Apicella Fabricio Had2ovic, 40 anni  l’autista dell’Audi A6 che si è scontrata a tutta velocità contro la «Pantera» della Polizia sulla quale si trovata Pasquale Apicella; poi gli altri due passeggeri dell’auto rubata, vale a dire Admir Hadzovic, 27 annie il 39 enne Igor Adzovic; l’ultimo componente della banda, il 23enne Renato Adzovic è sotto inchiesta per reati cosiddetti minori (furto, danneggiamento, rapina). Difesi dall’avvocato napoletano Gennaro Razzino, sia la moglie che i genitori di Pasquale Apicella si sono costituiti parte civile, in un processo destinato a tornare m aula il prossimo 23 dicembre.

Quella notte, questa la ricostruzione degli inquirenti, la banda di ladri per scappare aveva imboccato contromano Calata Capodichino, a fari spenti e a velocità folle. Alla guida c’era Fabricio Hadzovic. Il 40enne aveva accelerato fino a 150 chilometri all’ora. La pattuglia del commissariato di Secondigliano stava intervenendo in supporto dei colleghi quando le due automobili si sono scontrate. I fermati hanno sostenuto di aver cercato di evitare l’impatto, finendo sullo spartitraffico in cemento e poi colpendo la volante all’altezza del faro anteriore sinistro. Per il poliziotto non c’era stato nulla da fare, è morto sul colpo.

“Chiediamo che venga fatta giustizia per Pasquale e per tutti noi, vogliamo che tutti si uniscano al nostro grido di dolore perché non è giusto che chi compie il proprio lavoro, chi scende in strada per far rispettare la legge e proteggere i cittadini venga ammazzato, non è giusto che una moglie e dei figli attendano invano il rientro a casa del marito e del padre. Ci aspettiamo per quei criminali delle pene certe e dure, solo così tragedie simili si potranno evitare ad altre famiglie.” – a parlare è Emilia Riccio, cugina dell’agente Apicell

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