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giovedì, Aprile 25, 2024
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«Armandino si mise in testa che doveva morire», la ‘sentenza di morte’ della batteria di fuoco dello Chalet Baku

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«Fu Armandino Ciccarelli che si mise in testa che quel ragazzo (Mario Perrotta) doveva morire». Va diretto nel fare nomi Carmine Annunziata, ex ras dei Sette Palazzi e da qualche anno collaboratore di giustizia. Il suo contributo si è rivelato decisivo per ricostruire il delitto del garage di Marianella. «Armandino si mise in testa che doveva morire e in questo senso ottenne l’autorizzazione di Giuseppe Montanera. Si deve comprendere che Armandino Ciccarelli essendo cognato di Vettorio voleva dare una dimostrazione di forza e autorità e dimostrare di essere in grado di uccidere anche lui mentre in precedenza si era sempre sottratto ed era per questo stato messo da parte. Ho assistito personalmente a questa autorizzazione data dal Montanera all’interno del covo del Parco Verde dove ci rifugiavamo dopo gli omicidi».

Secondo Annunziata Montanera non era del tutto convinto di quell’azione ma finì per dare il suo assenso:«Montanera diede il suo ok sebbene controvoglia ma assecondò il desiderio di Ciccarelli di dare questa dimostrazione di forza. Montanera disse a Salvatore Baldassarre (che era nel frattempo intervenuto) che era il momento di assecondare questa sua decisione e così di ‘farlo fare’». Anche il fratello di Carmine, Gaetano Annunziata conferma il particolare dell’autorizzazione in un verbale del novembre del 2012:«A volere la sua morte fu in particolare Armandino che ottenne l’autorizzazione da ‘Pippett’ (il soprannome di Montanera). Il giorno dopo l’omicidio sono venuti nel covo Armandino, Giuseppe Ambra ed hanno parlato in disparte con Pippett. Io non ho assistito al dialogo ma subito dopo ne ho parlato con Gianluca che per il ruolo che riveste nel clan può parlare direttamente con Pippett. Seppi quindi quello che già immaginavo e cioè che Armandino e Peppe Ambra erano andati da Montanera per riferire che era stato portato a termine l’omicidio e che era andato tutto bene».

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