Momenti di tensione a Viterbo nella serata di mercoledì 3 settembre, durante il tradizionale trasporto della Macchina di Santa Rosa. La Polizia di Stato ha arrestato due uomini armati, di origine turca, sospettati di preparare un attentato. L’ipotesi è che l’obiettivo potesse essere la torre luminosa portata a spalla dai cento facchini o la folla radunata lungo il percorso per assistere all’evento.
I due individui sono stati bloccati dagli agenti nei pressi del santuario di Santa Rosa, punto di arrivo del corteo, e successivamente fermati in una struttura ricettiva. Condotti in procura, sono ora a disposizione degli inquirenti. Sul caso indaga la Digos. Alla cerimonia, oltre a migliaia di cittadini, erano presenti rappresentanti del clero, delle istituzioni locali e nazionali, tra cui il ministro della Cultura Alessandro Giuli.
Gli arresti hanno spinto il prefetto a disporre un cambiamento eccezionale: il trasporto della Macchina, iniziato poco dopo le 21, si è svolto con le luci pubbliche accese per ragioni di sicurezza. Una scelta insolita, poiché la tradizione vuole che la torre venga trasportata al buio, illuminata soltanto dalle fiammelle che la fanno risplendere tra i vicoli del centro storico.
In un primo momento la decisione aveva suscitato perplessità tra i presenti, ignari dei motivi reali. Solo dopo la diffusione della notizia degli arresti la scelta è stata compresa e accolta come misura precauzionale. Nonostante la paura iniziale, l’evento si è concluso regolarmente e senza incidenti.
Attentato sventato
Secondo quanto riportato da Il Messaggero, la sera del Trasporto della Macchina di Santa Rosa erano presenti circa 40 mila persone nel centro storico di Viterbo. Proprio in quella circostanza, due cittadini turchi sono stati individuati in un bed and breakfast di via di Santa Rosa, a pochi passi dal tratto finale del percorso, riconosciuto come patrimonio Unesco.
Gli investigatori ipotizzano che i due fossero collegati alla rete criminale del boss turco Baris Boyun e che stessero preparando un attentato con l’obiettivo di aprire il fuoco contro la folla. Nel corso della perquisizione sono stati sequestrati un mitragliatore e due pistole, tutte cariche e pronte all’uso.
Il commando sarebbe stato formato da tre uomini: due sono stati arrestati, mentre un terzo è riuscito a fuggire. I fermati, condotti davanti al pubblico ministero, hanno scelto di non rispondere alle domande degli inquirenti.


