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venerdì, Aprile 19, 2024
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“Avvocà, il detenuto è morto”. Nessuno sapeva del decesso di Antonio: era recluso a Poggioreale

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E’ andato in carcere perché aveva un colloquio col suo assistito, ma ha scoperto che era detenuto. E’ una storia triste quella raccontata dall’avvocato Luca Mottola, legale di Antonio Alfieri. Il 51enne era recluso nel carcere di Poggioreale, ma negli ultimi giorni era stato trasportato all’ospedale Cardarelli dove venerdì è deceduto. Nessuno sapeva del suo decesso, nè i familiari nè l’avvocato. Quest’ultimo ha scoperto che Alfieri è deceduto solo dopo essere andato in carcere

Il post dell’avvocato Luca Mottola

“Questa volta, ti avevo chiesto di venire in udienza, ti avevo rassicurato, dai Antonio anche il Ser.d del carcere ha scritto che è urgente il tuo ricovero in comunità, il reato non è grave, il giudice stavolta vedendoti capirá che stai male e ti manda in comunità…..ho formulato la richiesta, come io e la dottoressa, ti avevamo promesso, il giudice mi interrompe avvocato ma ho già rigettato analoga istanza tre mesi fa…ribatto giudice la reitero perché se alza lo sguardo verso quel monitor, vedrá con i suoi occhi la sofferenza di un uomo, tossicodipendente, abbandonato dalla famiglia, vedovo da pochi mesi, niente, Antonio non eri degno dello sguardo di chi ti stava giudicando…..l’ultimo schiaffo, ti interroga per sapere se rinunci al prosieguo dell’udienza e tu lanci l’ultimo grido di aiuto, ho la flebite non riesco a stare in piedi, lui ti taglia si vabbè allora rinuncia. 

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Scusa Antonio ti avevo promesso che ti avrei portato in comunità ma tu di fronte all’ennesimo freddo diniego hai deciso che questo mondo non era più per te, ci siamo sentiti al telefono, Antonio stai tranquillo ricorriamo al riesame vengo in settimana al carcere a trovarti, speriamo Avvocà almeno voi non mi abbandonate…..oggi alle 13 io e Antonio dovevamo incontrarci ma Antonio ha deciso di non venire, ha preferito lasciare questo mondo in cui non c’è spazio per gli ultimi….Antonio so che la mia parola per te conta poco ma credimi ce l’ho messa tutta, adesso che tu sei in un posto migliore, te lo prometto il tuo giustiziere non avrà pace …..buon viaggio Antonio spero abbia trovato la pace che io non sono riuscito a garantirti”.

L’ultimo arresto di Antonio Alfieri

Alfieri su arrestato a Pianura dalla polizia a marzo 2021. Gli agenti effettuarono un controllo presso alcuni immobili in via Artemisia Gentileschi considerata una roccaforte del gruppo Calone. Gli agenti trovarono, in una cantinola in uso ad un uomo e trasformata in abitazione, una pistola Beretta semiautomatica cal. 9×21 mm con matricola parzialmente abrasa completa di caricatore con 8 cartucce Luger cal. 9×19 mm e una pistola a tamburo Lebel cal. 8 priva di matricola occultate in uno stereo mentre, in un mobile della cucina, hanno trovato un bilancino di precisione.

Inoltre, durante il controllo gli operatori, insieme a quelli dell’unità antiabusivismo della polizia locale e quelli dell’Upg, accertarono che l’uomo, proprietario di un appartamento nello stesso stabile, vi aveva avviato dei lavori di ristrutturazione ordinaria e straordinaria senza alcuna autorizzazione. Antonio Alfieri, 50enne napoletano fu arrestato dagli uomini della squadra giudiziaria per porto, detenzione e ricettazione di armi da sparo clandestine ed è stato denunciato per violazioni al testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia; inoltre, entrambi gli immobili (cantinola ed appartamento) sono stati sottoposti a sequestro.

Infine, gli agenti hanno accertato che anche altre due cantinole dello stabile erano state trasformate in un miniappartamento in uso ad una 39enne napoletana che è stata denunciata per occupazione abusiva e per violazioni al testo unico delle disposizioni legislative e regolamentari in materia edilizia.

Blitz nella roccaforte dei Calone a Pianura, sorpreso con due pistole

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