A poco più di due anni dalla morte della piccola Fatima, Azhar Mohssine, il compagno trentaseienne della madre, è stato condannato all’ergastolo. L’accusa dei giudici è quella di omicidio volontario. Il fatto è avvenuto il 13 gennaio 20222 nel centro storico del capoluogo piemontese.
La morte della piccola Fatima a Torino
Stando alla versione dell’imputato, la caduta sarebbe avvenuta in seguito ad un gioco finito male. Per l’accusa, invece, il gesto sarebbe frutto di una premeditazione da parte dell’uomo che è stato condananto. In particolare in base alla ricostruzione della pm Valentina Sellaroli, il gesto di Azhar sarebbe avvenuto semplicemente per fare uno sgarbo alla compagna. A dare maggior credito all’accusa la testimonianza della madre Lucia Chinelli: «Mi ha strappato la bambina dalle braccia e l’ha lanciata come un pallone». Anche la consulenza tecnica circa la traiettoria della caduta di Fatima ha smentito le parole dell’imputato. Si sarebbe trattato, dunque, di un effettivo lancio, il che va ad escludere la tesi secondo la quale la bambina sarebbe scivolata giù. Per i giudici si è trattato di un omicidio volontario e non di un incidente, come invece sosteneva la difesa. In seguito alla lettura della sentenza della Corte d’appello l’imputato non ha rilasciato commenti.
