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venerdì, Aprile 19, 2024
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Cadaveri di civili in strada e nelle fossi comuni, l’orrore della guerra in Ucraina ma la Russia nega il genocidio

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Le immagini di decine di cadaveri nelle fosse comuni o sparpagliati per le strade intorno alla capitale ucraina dopo il ritiro russo scioccano il mondo occidentale. Al 40esimo giorno di conflitto e mentre si intensifica l’offensiva russa nel sud del paese con la città di Mykolaiv colpita nella prima mattina da alcuni missili lanciati dall’esercito russo. Attacco missilistico anche a Ternopil, città dell’Ucraina occidentale, capoluogo della regione omonima.

L’orrore della guerra mostra, dunque, il suo volto più crudo con il massacro dei civili compiuto a Bucha, da dove emergono centinaia di cadaveri.

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Per Kiev è genocidio, mentre Mosca nega, affermando che si tratta di una provocazione degli ucraini per bloccare i negoziati.  Draghi afferma che “la Russia dovrà render conto di quanto accaduto”. L’Onu parla di possibili crimini di guerra. Emmanuel Macron ha detto di essere “favorevole” a che l’Unione europea decida nuove sanzioni contro la Russia, dopo che centinaia di corpi civili sono stati trovati nella regione di Kiev. “Ci sono indicazioni molto chiare di crimini di guerra” a Bucha, ed è “più o meno stabilito che è stato l’esercito russo” che era presente lì, ha aggiunto il presidente francese alla radio France Inter.

Le notizie di esecuzioni sommarie lasciano gli occidentali inorriditi che rilanciano l’ipotesi di nuove e più incisive sanzioni anche energetiche contro la Russia di Putin, mentre aumenta il pressing per un’inchiesta indipendente.

Stando alla ministra della difesa tedesca Christine Lambrecht, l’Ue dovrebbe discutere lo stop all’importazione di gas russo. Una mossa già avviata dalla Lituania, primo paese Ue che ne ha bloccato l’import. Nelle prossime ore a Lussemburgo i ministri delle Finanze discuteranno l’impatto economico della crisi.

Anche oggi sono previsti corridoi umanitari da Mariupol a Zaporizhia in auto, cioè privatamente, così come da alcune città della regione di Lugansk. Lo ha reso noto il Capo del Ministero della Reintegrazione Iryna Vereshchuk su Telegram ciatata da Uktainian Pravda. Intanto “15 autobus per l’evacuazione della nostra gente sono già partiti da Zaporizhia per Mariupol. La delegazione della Croce rossa prevede di proseguire per Mariupol da Mangush con 7 autobus”. Le autorità continuano a evacuare le persone dalle città di Severodonetsk, Popasna, Lysychansk, Rubizhne e dal Regione della Bassa Luhansk.

A sorpresa in nottata il presidente ucraino Volodymyr Zelensky è intervenuto ai Grammy chiedendo un “aiuto, ma non col silenzio”.

Intanto i primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha chiesto un’indagine internazionale su quello che ha definito un “genocidio” compiuto dalle truppe russe in Ucraina. “Stiamo proponendo una commissione internazionale per indagare su questo crimine di genocidio”, ha detto, riferendosi all’uccisione di civili in città come Bucha vicino alla capitale Kiev.

Intanto sul terreno la tensione resta altissima. Secondo l’esercito ucraino, la Russia sta mobilitando altri 60.000 soldati per ricostituire le unità perse nella guerra. Un conflitto che ha causato dal suo inizio la morte di 1.417 persone, tra cui 59 bambini e 2.038 feriti, secondo l’ultimo conteggio dell’Ufficio dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr). A Kharkiv solo ieri sono morte almeno sette persone e 34 rimaste ferite nei bombardamenti russi.

In fermento il fronte diplomatico. Il responsabile della diplomazia russa Serghej Lavrov incontrerà una delegazione della Lega Araba. Nelle scorse ore il segretario generale dell’Alleanza Atlantica, Jens Stoltenberg, ha messo in guardia Mosca avvertendola che “un attacco ad un alleato scatenerebbe una risposta della Nato”. Nel volo di ritorno da Malta a Roma, Papa Francesco ha confermato la disponibilità ad andare a Kiev se questo potrà servire a fermare la guerra. Il pontefice ha poi riferito che “da tempo” sta pensando “ad un incontro con il patriarca Kirill e stiamo lavorando, si pensa in Medio Oriente”, come sede dell’incontro.

L’Ungheria nel frattempo ha confermato per il quarto mandato consecutivo il premier Viktor Orban, che ha incluso Zelensky tra i suoi avversari. A Belgrado il presidente Aleksandar Vucic, che ha conquistato un secondo mandato vincendo al primo turno le presidenziali, ha detto che la Serbia intende mantenere buoni rapporti in molti settori con la Federazione russa, ma che proseguirà nella sua politica di neutralità militare.

fonte foto e articolo Ansa.it

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