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martedì, Aprile 23, 2024
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Calvizzano. L’ombra della camorra sulla raccolta dei rifiuti e sui lavori pubblici

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Nell’ambito «dell’attività di monitoraggio svolta nei confronti dell’ente» da parte della commissione d’accesso, che prorogò i sui approfondimenti a seguito dei riflettori accesi dalla Prefettura di Napoli, è stato «evidenziato assidue frequentazioni tra amministratori comunali e persone riconducibili ad ambienti criminali» capaci, in buona sostanza, di condizionare le scelte amministrative in svariati ambiti e per più anni coinvolgendo diverse giunte comunali, di diverse estrazioni e con diversi esponenti politici eletti per più mandati. Questo si legge nella relazione del Ministro dell’Interno inviata al presidente della Repubblica e il successivo scioglimento dell’assise calvizzanese.

LAVORI PUBBLICI E RACCOLTA DEI RIFIUTI

Più d’uno i settori in cui s’evince «l’apparato burocratico – nel quale operano numerosi dipendenti gravati da pregiudizi penali o di polizia – è caratterizzato da un grave e diffuso disordine amministrativo, dall’assenza di qualsivoglia cura e verifica dei profili di legittimità degli atti e che gli organi politici non hanno avviato alcuna iniziativa o disciplinare». Approfondendo la faccenda, «relativamente al settore dei lavori e servizi pubblici la commissione d’indagine ha rilevato che l’ente locale, pur operando nel delineato contesto ambientale, non ha aderito alla stazione appaltante, organismo posto a garanzia del buon andamento dell’amministrazione facendo invece ricordo ad una reiterata ed artificiosa serie di affidamenti in somma urgenza, per importi di modesta entità, in violazione sia della normativa sui contratti pubblici che sulle informative antimafia».

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Il Viminale ritiene «emblematica in tal senso la vicenda concernente nove affidamenti disposti in via diretta nel periodo 2013-2016, concretizzanti un sostanziale artificioso frazionamento di un unico appalto in favore di una società destinataria nel 2012 di interdittiva antimafia. Dalle verifiche effettuate sugli affidamenti dei lavori e servizi pubblici è emerso che diverse società, aggiudicatarie di numerosi appalti con ribassi contenuti, sono riconducibili a imprenditori, amministratori o dipendenti strettamente legati per rapporti parentali, di coniugio o di amicizia all’ex sindaco, al quale hanno assicurato sostegno nel corso delle ultime consultazioni amministrative».

Il riferimento del Ministero dell’Interno, che prende spunto dalla relazione del prefetto di Napoli, è anzitutto sulla «gestione del servizio di igiene urbana, affidato dal 1988 a tutt’oggi, sempre con gli stessi imprenditori, significative e numerose irregolarità con particolari alla gara svoltasi nei primi mesi del 2013, per un importo di circa 4,5 milioni di euro, alla quale ha partecipato una sola ditta, con offerta al ribasso irrisorio, per la quale il responsabile unico del procedimento non ha effettuato alcuna formale verifica di congruità dell’offerta limitandosi ad una mera presa d’atto senza la preventiva acquisizione di documentazione giustificativa». In più, «le indagini effettuate hanno al riguardo evidenziato che il titolare della ditta aggiudicataria del servizio, strettamente legato all’ex sindaco, risulta coinvolto nella maxi inchiesta della procura della Repubblica di Napoli sulla compravendita di cave e sulle attività connesse al ciclo dei rifiuti e che alcuni dipendenti della ditta sono inoltre gravati da pregiudizi di polizia o penali o sono riconducibili ad ambienti criminali».

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