Emerge un clima di terrore dalle 700 pagine dell’ordinanza di custodia cautelare che ieri ha portato all’arresto di 33 persone a Soccavo tra gli esponenti dei Grimaldi e dei Vigilia che da anni si contendono il controllo degli affari illeciti nel quartiere a Ovest di Napoli. Come emerge dalle intercettazioni e dalle ricostruzioni, dal 2014 il clan Vigilia ha messo in atto una vera e propria strategia del terrore ai danni di una famiglia legata ai rivali dei Grimaldi. Una strategia “favorita” dall’arresto dei vertici del clan e che ha portato i Vigilia a diventare sempre più espliciti. Telefonate e visite sotto casa per ribadire il pericolo imminente per i familiari di Renato Pugliese. Il 2 febbraio del 2014 avvenne il primo episodio: un gruppo di persone raggiunse la palazzina abitata da sorella e padre di Pugliese e, dopo aver distrutto la macchina di quest’ultimo, iniziarono a sparare all’indirizzo del fabbricato a scopo intimidatorio. Oltre ai danneggiamenti e agli spari, un giovane, prima di andare via urlò: “Ve ne dovete andare di qua. Vi dobbiamo uccidere tutti, anche i bambini”. A riportare l’accaduto è stato questa mattina il sito GiustiziaNews24.
Al culmine di ulteriori minacce, anche telefoniche, la famiglia di Pugliese decise di lasciare la casa.