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giovedì, Aprile 25, 2024
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Camorra Marano-Quarto, sconto in Appello per il braccio destro di Peppe ‘o Barone

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Ulteriore sconto di pena per Domenico Panella, che in Appello ha visto ridotto la sua condanna a 4 anni di reclusione (in primo grado era stato condannato a 4 anni e 8 mesi a fronte dei 14 richiesti). Gli avvocati  Luca Gili e Stefano Sorrentino presenteranno nei prossimi giorni un’istanza di revoca degli arresti domiciliari a cui è relegato dopo aver ottenuto la scarcerazione.   Sono caduti otto dei nove capi d’imputazione a suo carico, compresi quelli di associazione a stampo mafioso. Panella è stato condannato per un singolo episodio.

Domenico Panella, ras dei Polverino, era finito in galera a seguito di un mandato di arresto europeo. Panella è ritenuto dai magistrati della Dda partenopea come uno dei referenti del clan in terra spagnola e braccio destro di Peppe ‘o Barone.  A lui era affidato il compito di contrattare con i trafficanti internazionali l’acquisto di ingenti partite di hashish. Un compito che divideva con altri personaggi di spicco dell’organizzazione. L’operazione, che vide l’impiego di tutti i reparti dell’Arma operanti nella provincia di Napoli oltre che della Guardia Civil spagnola, fu il risultato di quasi 4 anni di indagini durante le quali i militari del Nucleo Investigativo, grazie anche alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, riuscirono a penetrare nel cuore dell’organizzazione guidata da ‘Peppe ‘o barone’. Il gruppo dopo aver consolidato il suo potere sui comuni di Marano e Quarto, oltre che sulla zona dei Camaldoli, aveva esteso la sua sfera di influenza anche all’estero e, in particolare, in Spagna territorio dove erano state istituite le cosiddette ‘paranze’ ossia dei sottogruppi cui era affidato il compito di acquistare la sostanza stupefacente per conto del clan.

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Furono proprio le attività svolte su uno di questi sottogruppi, quello guidato da Domenico Verde, oggi collaboratore di giustizia, a fornire i primi elementi sulle attività del clan in terra iberica. Indicazione che, unite alle dichiarazioni dello stesso Verde e a quelli degli altri collaboratori, in particolare, Roberto Perrone, ex capozona di Quarto, e Gaetano D’Ausilio, hanno permesso di fare luce sull’intera organizzazione. Una struttura piramidale al cui vertice vi era lui, Giuseppe Polverino, alias ’o barone.

Le indagini, inoltre, hanno permesso di identificare anche i ‘corrieri’ e gli ‘staffettisti’ incaricati di trasportare la droga dalla Spagna all’Italia e, da qui, di distribuirla ai vari acquirenti ‘minori’.

 

 

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