sabato, Luglio 19, 2025
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Caso Garlasco, si aggiunge un altro particolare inquietante

Mentre la Procura generale di Milano ha presentato ricorso in Cassazione contro la decisione del Tribunale di Sorveglianza che ha concesso la semilibertà ad Alberto Stasi, condannato per l’omicidio di Chiara Poggi, emergono nuovi dettagli e piste irrisolte che tornano a far discutere sul giallo di Garlasco.

Stasi, oggi 41enne, ha ottenuto la possibilità di lavorare all’esterno durante il giorno pur restando detenuto, ma secondo la sostituta procuratrice generale Valeria Marino questa misura dovrebbe decadere in seguito all’intervista rilasciata lo scorso 22 marzo alla trasmissione televisiva Le Iene, durante un permesso premio. La Procura contesta la legittimità di quel gesto, che per i giudici della Sorveglianza non infrangeva alcuna prescrizione. Ma secondo Marino, quel colloquio mediatico rappresenterebbe una violazione sufficiente per revocare il beneficio.

Il mistero della borsetta scomparsa

Nel frattempo, un elemento rimasto per anni nell’ombra riemerge dai fascicoli del 2007: la borsetta di Chiara Poggi. Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera, l’oggetto non fu repertato tra le prove nella casa del delitto. Nei giorni successivi all’omicidio, quando la famiglia Poggi si trasferì temporaneamente, un furto nella nuova abitazione fece sparire anche quella borsa. Non è chiaro se si trattasse di un semplice episodio di criminalità comune o se l’oggetto potesse contenere elementi utili alle indagini. Un dettaglio finora marginale, che ora torna al centro dell’attenzione investigativa.

La pista del santuario: tra segreti e sospetti

Altri elementi potrebbero emergere da una vecchia inchiesta sul ricatto all’ex rettore del Santuario della Bozzola. Secondo l’avvocato Massimo Lovati, difensore di Andrea Sempio – giovane inizialmente finito al centro delle indagini ma poi escluso come sospettato – ci sarebbe un possibile collegamento tra Chiara e presunti abusi scoperti dalla giovane in quel contesto religioso. Un segreto potenzialmente scomodo che, se confermato, potrebbe perfino rappresentare un nuovo movente. I magistrati stanno valutando l’acquisizione degli atti relativi a quell’indagine.

L’impronta 33 e l’ombra di Andrea Sempio

Non è nuova nemmeno la questione dell’“impronta 33”, un residuo parziale attribuito ad Andrea Sempio e isolato nella casa di Chiara dai carabinieri del Ris di Parma già nel 2007. L’impronta venne analizzata per tracce di DNA, ma non portò a nessuna svolta significativa. Anche questo elemento potrebbe tornare al centro dell’attenzione se le indagini dovessero riaprirsi alla luce di nuovi elementi.

Un caso che non smette di inquietare

A quasi 18 anni dall’omicidio che sconvolse l’Italia, il delitto di Chiara Poggi continua a lasciare spazio a interrogativi irrisolti, piste alternative e dettagli apparentemente minori che potrebbero però rivelarsi decisivi. La giustizia, almeno per ora, ha condannato Alberto Stasi come unico responsabile. Ma per molti, il mistero di Garlasco è tutt’altro che chiuso.