“Io chiedo giustizia, il responsabile non deve più uscire dal carcere. Io non perdono, solo Dio perdona io no. Come è morto mio figlio, moriranno altri ragazzi. Ci vuole l’ergastolo a vita, la sedia elettrica”.
“Chiedo giustizia, l’assassino di mio figlio non deve più uscire dal carcere”, parla la mamma di Nicola Mirti
Sono le dure parole di Luisa Caso, la mamma di Nicola Mirti ucciso domenica scorsa su un lido di Varcaturo. Al 18enne è stato vietato i funerali pubblici, per dei reati commessi da congiunti. Una decisione, questa, che ha scatenato le proteste ieri sera di parenti e amici dinanzi la Questura dove non sono mancati momenti di tensione.
“Mio figlio – si rammarica Luisa, la mamma di Nicola – non meritava di vedersi negato il funerale pubblico, meritava di entrare in chiesa perché non era un camorrista. Aveva 18 anni ed è stato ucciso. Non so cosa sia successo, so solo che mio figlio si è trovato sulla spiaggia e me l’hanno ammazzato e non tornerà più”.
“In passato – aggiunge Luisa – aveva fatto uno sbaglio, per spaccio, ma non sapeva neanche lui come. Ha sbagliato, ha avuto la pena sospesa e mi disse mai più”.
Nicola Mirti, la Questura di Napoli vieta i funerali pubblici del 18enne ucciso a Varcaturo
Funerali vietati dalle autorità a Nicola Mirti, protesta questa sera davanti alla Questura di Napoli da parte dei familiari e amici di Nicola Mirti, il 18enne ucciso domenica scorsa su un lido di Marina di Varcaturo.
“Vogliamo giustizia per Nicola, che è stato ammazzato con due fendenti in petto, non era un camorrista e lo vogliamo salutare in chiesa”, affermano i cari del ragazzo originario di Mugnano ma che viveva nel periferia Nord di Napoli.
La mamma di Nicola, Luisa Caso: insiste: “Vogliamo il corteo e il funerale in chiesa perché io, il fratello e gli altri non lo rivedranno più. Non era un camorrista, Nicola”.
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