La gavetta nei teatri, il successo televisivo con “Made in Sud” e non solo. L’attore comico Ciro Giustiniani in quest’intervista a InterNapoli.it parla del suo prossimo spettacolo, del suo amore per lo stile comico americano, delle sue radici della periferia orientale di Napoli.
Il 29 dicembre sarai al Teatro Totò con “Stend Ap”, spettacolo da te scritto e che si avvale nella stesura della collaborazione di Rosario Toscano. Cosa si deve aspettare il pubblico?
«Sarà tutto un work in progress. Porterò a teatro la semplicità e mi prenderò i miei tempi. In programmi come “Made in Sud”, per esigenze di spazio, i pezzi duravano 4-5 minuti al massimo. In questo caso potrebbe anche capitare che nel corso un monologo, tra una battuta e l’altra, la gente possa andare a prendersi un caffè. Lo spettacolo è divertente e comico, insieme a Rosario Toscano lo stiamo scalettando. Avete presente un cantante, o se volete un bluesman, che ha a disposizione centinaia di brani a cui attingere? È un po’ così anche per noi nel preparare “Stend Ap”».
Il titolo è mutuato, in chiava napoletana, dallo Stand Up Comedy americano, un genere che sembra appartenerti
«Mi appartiene, infatti. Io sono cresciuto con lo Stand Up Comedy americano, con Eddy Murphy e altri attori di questo tipo. Quello che voglio fare è improvvisare essendo al contatto con il pubblico senza badare tanto all’allestimento di scenografie, di quinte, di divani. Troppo facile essere un supereroe come Batman, io voglio essere Joker che voleva fare il comico ma che poi si è ritrovato a condurre una vita difficile. Aveva bisogno delle medicine e gli hanno tolto le medicine. Anche la musica, di vario genere, è per me fonte d’ispirazione: mi fa entrare nel mood. Senza dimenticare ovviamente comici come Massimo Troisi e anche Lino Banfi che erano diversi tra loro che mi piacevano tanto quando li guardavo in televisione».
Il 29 dicembre, la data al teatro Totò, arriva immediatamente dopo il Natale e che avvicina la fine dell’anno
«Il 29 dicembre è un giorno oramai lontano dal Natale e quindi che mai puoi fare? Le cene e i pranzi del 24, del 25 e del 26 dicembre saranno passati e quindi il 29 salverò tutti quelli che non vogliono più mangiare e non vogliono più giocare a Tombola perchè l’hanno già fatto. Magari si può giocare ancora a carte, ma dopo essere venuti a teatro a vedermi».
Prima parlavi della semplicità e dell’esigenza di prendere i tuoi tempi. Sono malizioso se dicessi che ti sei stancato dell’essere associato a “Made in Sud”?
«Ma io non mi sono stancato di Made in Sud! Ho già fatto altri spettacoli teatri non tantissimo tempo fa al Cilea, al Sannazaro e ho lavorato a Como, Milano, in Svizzera, sono stato in Canada, negli Stati Uniti. Questa del 29 al Totò è una data secca, sarà un “Made in Sud” allargato con monologhi che possono ricordare quelli degli spettacoli americani. La gente conosce i miei monologhi di Made in Sud in tv ma, ripeto, è la semplicità che cerco; è ciò che voglio far prevalere onorando me stesso. D’altra parte anche il Natale ha nelle sue tradizioni la semplicità. Pensiamo alle castagne, alle noci, alle scarole, all’insalata che sono tutte pietanze semplici associabili al vero significato natalizio».
Il tuo percorso è stato lungo, tanta gavetta nei teatri e non solo prima del grande successo che ti ha dato la tv
«Io sono nato a San Giorgio a Cremano e sono cresciuto a Barra. Quando ero giovane io le distanze tra la periferia orientale e il centro di Napoli erano molto più lunghe, ora fortunatamente si sono accorciate. All’epoca internet non era sviluppato, non c’erano i navigatori e quando dovevi recarti in un posto eri costretto a cercartelo da te. Adesso Napoli Est esprime tanti talenti nel mondo della musica, in quello dello spettacolo e anche nel calcio con il guardalinee barrese Ciro Carbone che era nel team arbitrale della semifinale Argentina-Croazia. A me non vanno a genio i finti fighi che si mettono il rolex d’oro senza però esprimere nulla, io preferisco la naturalezza. Mi piace attingere dalle coppie che si parlano, dai discorsi in famiglia, da cosa dice la gente per la strada. Gli occhi di chi è vissuto in periferia servono per osservare meglio. A Napoli fare il comico è difficilissimo, le persone possono spiazzarti con la loro genuinità».