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Clan De Rosa di Qualiano, al via il processo

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È iniziato questa mattina il processo nei confronti dei presunti appartenenti al clan De Rosa di Qualiano, imputati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti e di concorso in estorsione consumata e tentata, delitti aggravati dal metodo mafioso, avendo gli indagati evocato la forza di intimidazione del clan De Rosa, egemone sul territorio di Qualiano.

Gli imputati hanno scelto di essere giudicati con il rito abbreviato davanti al Giudice per le indagini preliminari, dott. Giovanni Vinciguerra, che ha rinviato l’udienza al 17 novembre per decidere sull’ammissione del rito abbreviato condizionato. Presente in aula il pubblico ministero della Direzione Distrettuale Antimafia, dott.ssa Ida Frongillo, e il collegio difensivo composto dagli avvocati Ferdinando Letizia, Luigi Poziello, Luca Mottola e Bruno Carafa.

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In carcere sono finiti: Ugo De Rosa, Salvatore Di Marino, Salvatore Palma, Michele Di Palma, Nicola Di Palma, Antonio Pezzullo e Gerardo Strazzulli.
Ai domiciliari invece Luca Russo, Giacinto Francesco Russo e Vincenzo Russo.

Secondo una nota firmata dal procuratore Nicola Gratteri, il clan avrebbe esercitato un controllo capillare del territorio, imponendo il racket a imprenditori e commercianti locali attraverso intimidazioni e minacce legate al nome e al peso criminale dell’organizzazione. Le vittime, piegate dal timore di ritorsioni, sarebbero state costrette a versare somme di denaro per poter continuare le proprie attività.

Ma non solo estorsioni: l’indagine ha anche documentato l’esistenza di un gruppo organizzato per la gestione delle piazze di spaccio, attivo principalmente a Qualiano, con diramazioni anche a Villaricca e Giugliano. Il traffico di stupefacenti, secondo gli inquirenti, costituiva una delle principali fonti di finanziamento del clan.

Tra i destinatari delle misure cautelari figurano Salvatore Di Palma, detto Totore ’o Maranese, già noto alle cronache giudiziarie, e i suoi due figli, Nicola e Michele. Arrestato anche Antonio Pezzullo. L’operazione rappresenta un duro colpo per la struttura del clan De Rosa, che secondo le autorità giudiziarie aveva consolidato la propria influenza nel comune di Qualiano e mirava ad espandersi anche in altri territori.

Dalle indagini è emerso che i promotori dell’organizzazione criminale erano Salvatore Di Marino e Salvatore Di Palma, i quali, secondo gli inquirenti, pianificavano quotidianamente l’attività estorsiva nei cantieri di Qualiano e tra esercenti come sale scommesse e negozianti.

Gerardo Strazzulli, detto Francuccio ’o Ferraro, è accusato di aver utilizzato la società “Edil King” per mascherare il pagamento delle quote estorsive attraverso una serie di bonifici bancari.

Altre attività commerciali, tra cui un bar e una barberia, erano utilizzate come punti di incontro tra le vittime delle estorsioni e gli esattori.

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