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giovedì, Aprile 25, 2024
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“Siamo del clan dei Casalesi”, 4 in manette per racket tra Litorale Domizio e Villaricca

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Un tentativo di estorsione, aggravata dal metodo mafioso per conto del “clan dei Casalesi”, sventato giovedì con l’arresto di quattro componenti di un gruppo criminale. Questo il bilancio di un arresto avvenuto il 16 luglio tra il litorale domizio e Villaricca. Francesco Barbato, Francesco Sagliano, Antonio Cacciapuoti e Giovanni Arillo sono finiti in manette. Ad agire i carabinieri di Pineta-Mare e Castel Volturno. I militari hanno dato esecuzione ad un decreto di fermo del Pm, emesso dalla Dda di Napoli in seguito ad una tempestiva indagine dell’Arma.

Secondo quanto emerso dalle investigazioni, il gruppo criminale ha agito tra l’ultima decade di giugno e le prime settimane di luglio. Gli arrestati avevano tentato di estorcere del denaro da un imprenditore del litorale Domitio. I malviventi, in una circostanza, addirittura lo avevano percosso e minacciato tramite l’esibizione di una pistola, palesandogli al contempo l’appartenenza al Clan dei Casalesi – fazione Bidognetti. L’operazione lampo ha permesso di evitare che il tentativo di racket si concretizzasse con modalità violente.

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Clan dei Casalesi, fazione Bidognetti
L’attività investigativa, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli, ha fatto emergere un singolare sistema delittuosoNel dettaglio è emerso che l’imprenditore era stato preventivamente avvicinato da Giovanni Arillo, elettricista del posto. Il 34enne, nel corso di un incontro, lo aveva chiaramente intimorito, palesandogli la presenza in quell’area territoriale di un violento gruppo criminale. “Casalesi – fazione Bidognetti” aveva fatto sapere. Nel corso dell’incontro Arillo aveva affermato, inoltre, che il gruppo era inteno a riscuotere i ratei estorsivi nelle zone di egemonia e che pertanto, di certo, si sarebbero fatti vivi anche presso l’attività dallo stesso gestita.

Le minacce e il pestaggio “per conto” del Clan dei Casalesi

Come preannunciato, difatti, il gruppo più volte si è presentato presso l’azienda in questione, ed, in seguito all’opposizione offerta dalla “vittima”, infine aveva proceduto ad una spedizione punitiva che si era conclusa con il violento pestaggio dell’imprenditore.
Questa mattina il Gip presso il Tribunale di Santa Maria Capua Vetere ha convalidato il fermo di Barbato, Sagliano ed Arillo, essendo stati gli stessi rispettivamente rintracciati nei territori di Mondragone e Castel Volturno. Il tribunale di Napoli Nord ha invece convalidato il fermo di Cacciapuoti, essendo stato lo stesso rintracciato nel territorio di Villaricca.

Al termine dell’interrogatorio, confermata la detenzione presso la casa circondariale di Santa Maria Capua Vetere per tre soggetti. Per il quarto componente è stato disposto il regime di arresti domiciliari.   

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