Il clan Fabbrocino era riuscito a fare soldi sull’immigrazione clandestina grazie ai rapporti con tre avvocati. L’indagine della Dda di Napoli ha indagato diverse persone accusate di aver avuto legami con la mala vesuviana: Aniello Iervolino, Luigi Tufano, Gabriele Auricchio, Gennaro Maturo, Mario Casillo e Gennaro Esposito.
Aniello Annunziata era il capo promotore dell’organizzazione che si arricchiva con l’immigrazione clandestina. Lui forniva le direttive ai complici, manteneva i contatti con gli intermediari gli inseritori ed i procacciatori di clienti metteva a disposizione dei propri collaboratori molteplici identità digitali e dispositivi elettronici. Inoltre si avveleva della collaborazione di Maturo, fratello di Francesco detto ‘o scoccator’ elemento di spicco del clan Fabbrocino, che rappresentava il trait d’union tra l’organizzazione e gli ambienti della camorra.
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Il capo della Procura, Nicola Gratteri, ha dichiarato nella conferenza stampa: “L’organizzazione aveva a capo tre avvocati che gestivano i Caf. Chiedevano 10mila euro per ogni immigrato, soprattutto dal Bangladesh attraverso assunzioni fittizie. Attività ha reso milioni di euro e uno degli avvocati ha comprato una Ferrari“.
L’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Napoli ha accertato la presenza del clan Fabbrocino. “Dove c’è guadagno c’è la mafia e la criminalità organizzata. Il Caf è il motore attraverso il quale avviene la procedura per l’ingresso dei lavoratori stranieri: gli avvocati sono stati arrestati“, ha aggiunto Gratteri.
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In manette sono finiti Vincenzo Sangiovanni, Aniello Annunziata, Gaetano Cola, Roberto Lombardo, Autilia Miranda, Gennaro Maturo, Mario Casillo, Gennaro Esposito, Santolo Di Genua, Mohammad Towhid ‘Kamal’, Nicola Mariano Boccia.
Applicata la misura degli arresti domiciliari nei confronti di Melanie Seeber, Rosita Catapao, Giuseppe Menzione, Ripon Abudr Razzak, Saiful Md, Fabrizione Cerrone, Guglielmo Acciarino, Giustino Grimaldi, Massimo Centomani, Mario Nippoli, Nunzio Sangiovanni, Ashaduz Zaman, Fazlul Karim, Vittorio Malfettone, Maria Polisi, Marco Mohammed, Rasel Ali Mir, Domenico La Manna, Rafique Sheikh, Giuseppe Sohave Mohammed, Guido Albano.
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Nell’ambito di indagini coordinate e dirette da questa Procura della Repubblica – Direzione
Distrettuale Antimafia, la Polizia di Stato, oggi, ha proceduto all’esecuzione di
un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, personali e reali emessa dal G.I.P. presso il
Tribunale di Napoli nei confronti di 45 persone, indagate, a vario titolo, dei reati di associazione a delinquere, finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina pluriaggravato, estorsione aggravata dal metodo mafioso, falso ideologico e truffa.
Tra le persone destinatarie della misura risultano anche alcuni avvocati, titolari di C.A.F. operanti nei paesi vesuviani, oltre ad affiliati al clan Fabbrocino. Sono stati, inoltre, sottoposti alla misura cautelare degli arresti domiciliari 23 soggetti, tra i quali molteplici collaboratori dei predetti professionisti nonché numerosi mediatori stranieri, ed alla misura dell’obbligo di presentazione alla P.G. undici datori di lavoro che avrebbero messo a disposizione le proprie realtà aziendali per false assunzioni di cittadini extra Ue.