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venerdì, Marzo 29, 2024
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Clan Sibillo, foto e nomi degli arrestati: ci sono quelli del ‘vicolo della morte’

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Sacro e profano nel clan Sibillo: rimossa e consegnata alla famiglia l’urna funeraria con le ceneri del baby boss Emanuele Sibillo. Sistemata all’interno di un altare dedicato alla Madonna atto realizzare al civico 26 di via Santissimi Filippo e Giacomo, nel cuore di Napoli, dove risiedono i Sibillo.
I carabinieri, contestualmente al blitz coordinato dalla Dda che ha portato all’arresto di 21 presunti appartenenti al gruppo camorristico dei Decumani, hanno anche fatto rimuovere dall’altare i simboli dedicati al baby boss. Fu ucciso nel 2015 all’età di 19 anni, in un agguato scattato a ridosso di Castel Capuano, in un vicolo soprannominato “vicolo della morte”, roccaforte della famiglia Buonerba rivale dei Sibillo.

Clan Sibillo, duro colpo

Uno dei gruppi camorristici del centro di Napoli, retto tra il 2013 e il 2015 dai fratelli Pasquale ed Emanuele Sibillo, facente parte della cosiddetta “paranza dei bambini”, giovanissimi diventati, a tempo di record, baby killer e baby boss. Arrestate 21 persone accusate a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, ricettazione, spaccio di sostanze stupefacenti. Ma anche sfruttamento della prostituzione, detenzione e porto abusivo di armi da fuoco con le aggravanti delle finalità mafiose.

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L’urna funeraria con le ceneri del baby boss Emanuele Sibillo era all’interno di un altare dedicato alla Madonna.  Al civico 26 di via Santissimi Filippo e Giacomo, nel cuore di Napoli, dove risiede la famiglia Sibillo. I carabinieri hanno anche fatto rimuovere dall’altare i simboli dedicati al baby boss. Ucciso all’età di 19 anni, in un agguato scattato a ridosso di Castel Capuano, in un vicolo soprannominato “vicolo della morte”, roccaforte della famiglia Buonerba, rivale dei Sibillo.

Momenti di tensione

Momenti di tensione, subito sedati dalle forze dell’ordine, si sono avuti quando uno della famiglia Sibillo si è opposto dicendo che quella era una proprietà privata. I carabinieri stanno rimuovendo anche i “simboli della venerazione” disseminati lungo i Decumani di Napoli dopo l’omicidio di Emanuele Sibillo.

L’altarino del boss del clan Sibillo

Nell’altare dedicato alla Madonna anche un’opera raffigurante la testa di Emanuele Sibillo che si trova davanti all’ingresso delle abitazioni. Nei Decumani sono perfettamente visibili, sui muri, le scritte inneggianti il clan e il simbolo del ‘baby boss’ ucciso, “ES17”.

Prima che gli venisse formulata la richiesta di “pizzo”, è stato costretto ad inginocchiarsi, a prostrarsi, davanti al busto del baby boss. E’ la sorte toccata a un negoziante dei Decumani. Trascinato dagli estorsori della micro-clan Sibillo davanti all’altare della Madonna che si trova nello spiazzo su cui si affacciano le abitazioni della famiglia malavitosa. L’episodio emerge dalle indagini dei carabinieri.

In carcere

Caliano vincenzo, Irollo Emanuele, Montanino Simeone, Motti Carmine, Romano Emanuele, Sabatelli Maria, Volpe Alberto Rossi Giuseppe

Arresti domiciliari

Ingenito Annunziata, Manzo Assunta, Mattei Valentina, Napoletano Carmela

Divieto di dimora

De Rosa Emanuele

Già detenuti

Gambardella Giuseppe, Ingenito Giovanni, Iodice Antonio, Matteo Giovanni, Portanova Gaetano, Napoletano Giosuè, Perez Pietro, Rivieccio Fabio. 

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Antonio Mangione
Antonio Mangionehttp://www.internapoli.it
Giornalista pubblicita iscritto dalll'ottobre 2010 all'albo dei Pubblicisti, ho iniziato questo lavoro nel 2008 scrivendo con testate locali come AbbiAbbè e InterNapoli.it. Poi sono stato corrispondente e redattore per 4 anni per il quotidiano Cronache di Napoli dove mi sono occupato di cronaca, attualità e politica fino al 2014. Poi ho collaborato con testate sportive come PerSempreNapoli.it e diverse testate televisive. Dal 2014 sono caporedattore della testata giornalistica InterNapoli.it e collaboro con il quotidiamo Il Roma
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