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domenica, Giugno 16, 2024
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Colpo di scena, scarcerata la compagna del boss Cacciapuoti: “Non ho favorito la sua latitanza”

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Si è conclusa con una sorpresa l’udienza di convalida per Piera Longo, arrestata durante il blitz che ha portato in galera il boss di Villaricca Luigi Cacciapuoti. La donna, davanti al giudice del tribunale di Napoli Nord, Fabrizio Forte, ha ammesso di conoscere l’uomo ma ha dichiarato di non averne mai in alcun modo favorito la latitanza. E così, difesa da Luigi Poziello e Raffaele Chiummariello, ha ottenuto gli arresti domiciliari.

Ieri pomeriggio ha lasciato così il carcere di Pozzuoli facendo ritorno a casa sua. Convincenti dunque le argomentazioni della donna così come quelle dei suoi legali che hanno ottenuto un risultato di alto valore per la loro assistita. Resta invece dietro le sbarre Luigi Cacciapuoti (rinchiuso nel carcere di Secondigliano) il cui arresto è stato convalidato dal gip di Napoli nord Daniele Grunieri con contestuale emissione di custodia cautelare in carcere.

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Il clan ‘bicefalo’ Ferrara-Cacciapuoti di Villaricca, comune dell’hinterland di Napoli, storicamente rientra (con quello Nuvoletta di Marano di Napoli e dei Casalesi) nel cartello camorristico denominato Nuova famiglia, collegato all’ala corleonese di Cosa Nostra e militarmente contrapposto alla Nco, capeggiata dal defunto Raffaele Cutolo. Con gli anni, poi, gli assetti e il modo di operare sono cambiati e il clan di Villaricca ha sempre più sviluppato la sua vocazione imprenditoriale, nel settore dell’edilizia, della ristorazione, della commercializzazione di generi alimentari e, in particolare, degli idrocarburi.
Un duro colpo al clan Ferrara-Cacciapuoti è stato assestato all’inizio dello scorso mese di giugno quando Carabinieri e Gdf, coordinati dalla Dda, hanno notificato 19 arresti. Il clan, è emerso, sviluppava un ricco volume d’affari, come dimostrato dal ‘business’ delle undici società sequestrate – 16 milioni all’anno – ma anche dall’alto tenore di vita degli affiliati.
Luigi Cacciapuoti è considerato elemento di vertice dell’organizzazione camorristica, che vantava ottimi rapporti, anche d’affari, con federazioni criminali di rango come l’Alleanza di Secondigliano e, come detto, il clan dei Casalesi.
Accanto all’imprenditoria il clan di Villaricca gestiva anche il traffico di droga, le estorsioni e aveva un’importante disponibilita’ di armi. Infatti se a occuparsi degli affari, hanno evidenziato le indagini, erano i Ferrara, ai Cacciapuoti invece era stata delegata l’ala militare.

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