Dario Vitale, nato nel 1983 vicino a Napoli, si è formato all’Istituto Marangoni di Milano, diplomandosi nel 2006. Dopo esperienze iniziali da Dsquared2 e Bottega Veneta, nel 2010 entra in Miu Miu. Lì costruisce la sua carriera fino a diventare, nel 2023, direttore del design prêt-à-porter e responsabile dell’immagine del brand. Sotto la sua guida, Miu Miu diventa il marchio più desiderato al mondo nel 2024.
Il 1° aprile 2025 Vitale viene nominato Chief Creative Officer di Versace, subentrando a Donatella Versace, che lascia la direzione creativa per assumere il ruolo di Chief Brand Ambassador. Vitale porta con sé una visione estetica che fonde tradizione e concettualità, distante dallo stile pop e barocco dell’era Donatella.
Niente passerella, solo intimità
Per il suo debutto alla guida creativa di Versace, Vitale rompe gli schemi. Niente sfilata, niente front row, nessun evento spettacolare. Sceglie l’intimità, il silenzio, la sottrazione. La sua collezione sarà presentata in un evento riservato a Milano, durante la Fashion Week, ma fuori dal calendario ufficiale.
Niente passerella, niente celebrity, niente contenuti virali. Solo la moda, senza rumore. Un gesto che assomiglia al momento in cui ci si scollega dai social per ritrovare un pensiero autentico, un’emozione vera.
Un cambio di passo per Versace (e per tutti noi)
Questa non è solo una scelta estetica ma una vera dichiarazione d’intenti. Dopo l’acquisizione da parte del Gruppo Prada/Capri Holdings per circa 1,2 miliardi di euro, Versace cerca un nuovo respiro. Meno corsa, più cura. Meno performance, più sostanza. Una nuova identità che mette al centro l’essere, non l’apparire.
Perché non siamo solo consumatori di moda, ma parte di un mondo che ci ha chiesto troppo. E oggi, con questo gesto, la moda ci invita a rallentare, a restituire tempo, attenzione e senso alle cose.
Fermarsi è forza
La moda è specchio della società. E oggi quello specchio ci riflette esausti, saturi di immagini e aspettative. Abbiamo corso troppo, mostrato tutto, forse anche troppo. E nel farlo, abbiamo dimenticato di respirare.
In questo scenario, la scelta di Vitale non è solo strategica ma diviene emblematica. Un sistema, quello della moda e della vita in cui è necessario fermarsi. Abbiamo vissuto anni in cui apparire era tutto. I social ci hanno spinto a rendere pubblica ogni emozione, ogni traguardo, ogni sconfitta. E la moda ha seguito quel ritmo con sfilate sempre più spettacolari ma sempre più vuote.
Dietro la performance, però, c’era fatica. Mantenere quell’immagine, quella presenza costante, ci ha consumati letteralmente.
Il fast fashion ci ha consumati (insieme alla Terra)
Anche la produzione globale ha seguito quella corsa. Il fast fashion ha invaso ogni spazio, trasformando desideri in merci, sogni in rifiuti. Ogni anno, miliardi di capi non indossati finiscono in discarica. Acquistati per un reel, per un codice sconto, per un contenuto da postare. La moda è diventata spettacolo, senza scopo se non quello di mostrarsi, monetizzarsi, esistere nell’immagine.
Nel frattempo, la sostanza è sparita. Con lei, la cura, sia per la Terra, per chi produce, per chi consuma. Le filiere della moda hanno sfruttato mani invisibili e corpi silenziosi. E mentre le macchine da cucire correvano, noi consumavamo noi stessi.
Il nuovo lusso è l’essenziale
La decisione di Vitale non è debolezza. È forza. È il coraggio di non mostrarsi sempre per essere davvero visti. In un mondo che ci chiede di fare sempre di più, fermarsi è ribellione. È cura.
La moda ha bisogno di tempo, di silenzio, di consapevolezza. Fermarsi non significa perdere, significa scegliere di esserci davvero.
Il vero lusso oggi non è l’eccesso. È l’essenziale. Dire no, non esserci ovunque, non mostrarsi sempre. Vitale lo ha fatto. E ci ricorda che anche noi possiamo farlo.
Fermati. Respira. Esisti davvero.
Fermarsi, anche solo per un attimo. Non per arrendersi, ma per chiedersi chi siamo davvero. Per chi corriamo? Per cosa ci mostriamo ogni giorno?
Curiamo il tempo che viviamo. Non tutto deve essere produttivo, non tutto deve essere condiviso.
La moda non è solo estetica, è status, identità, appartenenza. Ci ha imposto ritmi, immagini, modi di essere. E noi, rincorrendola, abbiamo dimenticato di essere, presi dall’urgenza di sembrare.
Ma oggi, la moda ci manda un altro segnale. Con Dario Vitale, Versace ci dice che possiamo fermarci. Possiamo scegliere chi essere, senza inseguire l’ennesima tendenza o l’ennesimo contenuto da postare e scegliere di poter esistere davvero non solo di apparire.


