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sabato, Aprile 20, 2024
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Commando armato contro i Mazzarella, così Ciro Contini sfuggì all’arresto

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Fu intercettato dagli agenti del commissariato San Carlo all’Arena il commando armato che, il 17 ottobre del 2018, si rese protagonista di una stesa contro i Mazzarella a Poggioreale. Intorno giungeva alla sala operativa una segnalazione nella quale veniva comunicato che nel rione Luzzatti, erano stati esplosi numerosi colpi d’arma da fuoco contro il portone di uno stabile da diverse persone a bordo di motocicli e scooter, con volti travisati da sciarpe e caschi integrali. Scattava immediatamente il piano di cinturazione, per bloccare ogni possibile via di fuga, che consentiva quasi immediatamente ad una volante di intercettare in via Filippo Maria Briganti un commando armato di 5 o 6 scooter e motocicli, con a bordo numerosi giovani, quasi tutti travisati con sciarpe e caschi con visiera oscurata, che viaggiavano in direzione opposta di marcia rispetto alla volante verso viale Umberto Maddalena. Su almeno due delle moto in transito veniva notato che i passeggeri imbracciavano armi; in particolare si notava la fuoriuscita verso l’alto di due armi lunghe. La pattuglia si metteva all’inseguimento dei centauri, non escludendo che si sarebbe potuto trattare degli stessi che poco prima avevano seminato il terrore a rione Luzzatti. Il primo a essere stato bloccato ed arrestato è il 25enne, che durante il rocambolesco inseguimento ha perso il controllo dello scooter Honda SH sul quale viaggiava, si è rialzato e ha continuato la fuga a piedi. Contestualmente un altro scooter del commando rallentava per recuperare il fuggitivo, ma i poliziotti riuscivano a raggiungerlo prima che si mettesse in salvo. Il giovane, ormai in trappola, girandosi, puntò un’arma contro i poliziotti, che con determinazione riuscivano ad immobilizzarlo e disarmarlo. Uno di quei giovani, Michele Di Mauro, era figlio di Paolo Di Mauro detto ‘Paolucc ‘o nfermier’, storico esponente del clan Contini. Durante quegli arresti fu eseguita una perquisizione presso il garage di Stefano Mattarello, utilizzato come rifugio del resto del commando che era riuscito a dileguarsi, procedendo così al sequestro di  due ordigni esplosivi e, quindi, all’arresto del predetto.

Sulla base delle operazioni tecniche dei colloqui in carcere, oltre che dalle videoriprese estrapolate dal sistema di videosorveglianza installato presso il garage, è stata contestata l’aggravante dell’associazione essendo stato ritenuto che le armi fossero detenute per il clan Contini e che fossero da ricondurre anche Ciro Contini che riuscì a dileguarsi dandosi alla fuga. Quest’ultimo è attualmente detenuto per la detenzione di ulteriori armi oltre che in quanto destinatario di ordinanza di custodia cautelare nell’ambito di una più grossa operazione avente ad oggetto il clan Sibillo, di cui lo stesso ha fatto parte prima di ritornare alla sua “famiglia” di origine. Nel corso dei colloqui in carcere è stato, ancora, possibile registrare il coinvolgimento di Giuseppe Sarnataro, zio di Mattarello, nella detenzione di ulteriori armi da fuoco.

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