Arrivano le prime reazioni politiche alla notizia del decreto di scioglimento del Comune varato quest’oggi dal Consiglio dei ministri su proposta del titolare del Viminale Marco Minniti. Secondo il vicesindaco facente funzioni Lorenzo Grasso, «non ci sono poi tantissimi commenti da fare. La notizia, comunque, era nell’aria». Per Grasso, che assunse le redini della giunta uscente dopo la prematura scomparsa del primo cittadino Giuseppe Salatiello, «E’ necessario leggere le motivazioni che hanno portato a questa decisione. Non credo che Calvizzano abbia subito influenze di un certo tipo. Personalmente non ho mai avuto rapporti con persone che potessero essere legate in qualche modo a certi ambienti. Valuteremo se presentare un ricorso. Se così fosse, almeno per quanto mi concerne, sarà soltanto per tutelare l’onorabilità della comunità di Calvizzano e non per altro anche perché avevo già annunciato che non mi sarei ricandidato qualora la commissione d’accesso avesse terminato il suo lavoro senza lo scioglimento».
A commentare è anche Biagio Sequino, consigliere d’opposizione e coordinatore provinciale di Noi con Salvini. «Quanto successo già aleggiava nei corridoi del Comune» afferma Sequino che in molti davano come candidato sindaco per il centrodestra qualora si fosse andati regolarmente al voto il prossimo 10 giugno alle amministrative. Rammaricato, aggiunge: «Noi come opposizione stavamo lavorando ad un progetto politico opposto per creare una nuova classe dirigente. Aspettiamo ora l’evolversi della vicenda e attendiamo di leggere le motivazioni del decreto di scioglimento». Laconico il commento di un altro consigliere, questa volta di maggioranza, Giuseppe Santopaolo. L’ex assessore al bilancio dice che «la notizia ci lascia esterrefatti. Dispiace soprattutto per i cittadini di Calvizzano. Attendiamo di conoscere in modo dettagliato le motivazioni. Al momento preferisco non aggiungere altro»
