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giovedì, Marzo 28, 2024
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Confisca da 25 milioni all’imprenditore tv, colpo all’impero di Piccirillo

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Confisca da 25 milioni all’imprenditore tv, colpo all’impero di Piccirillo.  Oggi il Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Caserta sta coordinando l’esecuzione di un decreto di confisca di beni immobili, mobili registrati e di quote societarie per un valore complessivo di oltre 25 milioni di euro nei confronti di Pasquale Piccirillo. 

Si tratta dell’imprenditore casertano, operante nei settori sanitario, editoriale, delle telecomunicazioni e immobiliare. L’operazione congiuntamente con la Suprema Corte di Cassazione conferma le decisioni a suo tempo assunte dal Tribunale di Santa Maria Capua Vetere – Sezione Misure di Prevenzione e, successivamente, avallate dalla Corte d’Appello di Napoli che disponeva l’apprensione definitiva dei beni a favore dello Stato.

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INGIUSTIFICATO ARRICCHIMENTO PERSONALE

Il provvedimento costituisce l’epilogo di mirati accertamenti economico-patrimoniali, posti
in essere dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Caserta, su delega del citato Ufficio Giudiziario, finalizzati alla ricostruzione del profilo di pericolosità sociale dell’imprenditore e all’individuazione dei proventi illeciti che gli hanno permesso un ingiustificato arricchimento personale e l’accumulazione – nel tempo – di un ingente patrimonio incongruente con i redditi dichiarati.

Al fine, quindi, di disvelare l’origine del rilevante patrimonio dell’imprenditore e del suo
nucleo familiare è stata acquisita copiosa documentazione, tra cui i contratti di
compravendita dei beni e delle quote societarie nonché numerosi altri atti pubblici che
hanno interessato nel tempo l’intero nucleo familiare investigato, verificando poi, per ogni transazione, le connesse movimentazioni finanziarie sottostanti alla creazione della necessaria provvista economica.

INDAGINI BANCARIE

Il materiale così raccolto è stato oggetto di circostanziati approfondimenti, anche bancari,
che hanno consentito di accertare un’ingiustificata discordanza tra il reddito dichiarato e le disponibilità finanziarie invece utilizzate per le acquisizioni patrimoniali, oltre all’utilizzo strumentale delle società allo stesso riconducibili per mascherare la titolarità del suo ingente patrimonio immobiliare e per drenare liquidità attraverso fittizie operazioni di
“restituzione finanziamenti”.

CONFISCATE LE AZIENDE

Sulla base di tali evidenze, nel mese di febbraio 2018 la Seconda Sezione Penale – Collegio D del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere aveva già disposto il sequestro, in vista della successiva confisca, delle quote societarie e relativi complessi aziendali di 3 imprese (tra cui un noto studio odontotecnico convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale, unì gruppo editoriale attivo nelle telecomunicazioni e una immobiliare), 93 immobili (ubicati in Campania, Lazio, Abruzzo e Svizzera, tra cui rientrano anche ville private situate in note località turistiche), 8 autoveicoli nonché delle disponibilità finanziarie presenti su 22 rapporti bancari (conti correnti, conti di deposito e altri investimenti finanziari), per un valore stimato pari a oltre 25 milioni di euro.

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